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Il Centro di Servizi Culturali della Società Umanitaria – Cineteca sarda di Cagliari

Il Centro di Servizi Culturali della Società Umanitaria – Cineteca sarda di Cagliari
Abstract

L’articolo ripercorre la storia del Centro di Servizi Culturali (CSC) della Società Umanitaria di Cagliari dagli anni Sessanta all’oggi. Con particolare attenzione alla nascita della Cineteca sarda, prima infrastruttura audiovisiva pubblica, culturale ed educativa in Italia, unica in Sardegna dotata di un servizio permanente di studio e sperimentazione, laboratori di restauro e digitalizzazione, con tecnologie all’avanguardia. Lo scritto, in forma di testimonianza, descrive altresì l’azione di ricerca, recupero e salvaguardia del patrimonio, audiovisivo e non, considerato bene culturale e archivio della memoria della Sardegna. Un esempio rilevante nel panorama nazionale ed europeo di realizzazione di competenze e lavoro in ambito tecnico culturale, didattico e scientifico.

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The article traces the history of the Cultural Services Centre (CSC) of the Società Umanitaria in Cagliari from the 1960s to the present day. Particular attention is paid to the birth of the Sardinian Cineteca, the first public audiovisual, cultural and educational infrastructure in Italy, the only one in Sardinia equipped with a permanent study and experimentation service, restoration and digitisation laboratories, with state-of-the-art technologies. The paper, in the form of a testimonial, also describes the action of research, recovery and preservation of the heritage, audiovisual and otherwise, considered a cultural asset and an archive of Sardinia’s memory. A relevant example in the national and European panorama of the realisation of skills and work in the technical, cultural, educational and scientific fields.

Educazione permanente e salvaguardia dei beni culturali: le origini del Centro di Servizi Culturali della Società Umanitaria di Cagliari

Il Centro di Servizi Culturali (CSC) della Società Umanitaria di Cagliari da oltre 60 anni è un punto di riferimento importante per i cittadini e per le istituzioni della Sardegna, operando in una prospettiva di servizio pubblico integrato che ha al centro della sua attività la cultura audiovisiva e bibliotecaria. Si tratta di una posizione che la Società Umanitaria ha consolidato nell’isola con una attività di programmazione socioculturale permanente rivolta alla formazione e all’educazione del pubblico (cinematografico, televisivo e multimediale), attraverso la promozione della conoscenza dei beni culturali audiovisivi e della lettura, ma in particolare specializzando una parte del proprio lavoro intorno alla conservazione, alla digitalizzazione, alla catalogazione e quindi alla diffusione e alla promozione del patrimonio audiovisivo, con particolare attenzione per la memoria storica audiovisiva della Sardegna.

Il CSC è formalmente un’emanazione della Società Umanitaria. Eretta in Ente Morale con regio decreto del 29 giugno 1893, la Società Umanitaria è un soggetto giuridico di diritto privato che agisce senza scopo di lucro operando per lo sviluppo educativo e socioculturale in ogni settore della vita individuale e collettiva. Questo orizzonte formativo nel 1959 è stato declinato in Sardegna privilegiando il campo degli audiovisivi, con la gestione del settore audiovisivo del Progetto Sardegna-OECE che si è sviluppato sino al 1962. Nel 1963, concluso il progetto europeo, la Società Umanitaria ha proseguito in proprio l’attività in ambito audiovisivo con l’istituzione di un Ufficio Sardo, predisposto per la fornitura di materiali didattici e sussidi audiovisivi, l’assistenza tecnica, la formazione e l’aggiornamento per animatori culturali e audiovisivi e insegnanti. L’Ufficio Sardo si è poi costituito in Centro di Servizi Culturali di Cagliari a cui si sono aggiunti altri due CSC attivati nelle città di Alghero e di Iglesias[1]. Dal 24 aprile 2007 la Società Umanitaria, con sede principale a Milano, si è legalmente costituita come Fondazione “P.M. Loria”.

La presenza del CSC di Cagliari (e degli altri CSC) in Sardegna, maturata con un lavoro quotidiano metodico e capillare, ha consentito nel tempo la formazione di un pubblico consapevole e preparato in materia di cultura e linguaggio cinematografico, ma anche la preparazione di centinaia di operatori culturali che oggi lavorano proficuamente nel territorio regionale, anche in ambiti diversi dallo specifico settore audiovisivo e con un approccio eclettico e interdisciplinare (scuole, biblioteche, archivi, associazionismo socioculturale). Le attività rivolte alla cittadinanza hanno consentito di sviluppare un modello educativo e di diffusione delle conoscenze, una visione del lavoro culturale, ancora oggi stimolante ed efficace, che promuove la crescita civile e una consapevolezza culturale moderna attenta e sensibile alla valorizzazione dell’immagine audiovisiva come elemento costitutivo dell’identità regionale. L’azione capillare nel territorio sardo ha fatto sì che si creasse il contesto ideale per la maturazione di una domanda e di un’offerta (culturale, ma che si manifesta sempre di più sul terreno della multimedialità e delle nuove tecnologie) oggi molto rilevante, densa di contenuti di grande pregnanza sociale, e insieme culturale e formativa, di alta qualità. Ciò ha reso possibile, inoltre, la maturazione e la formazione – con le trasformazioni e le innovazioni tecnologiche che hanno caratterizzato questi ultimi 50 anni – di nuove competenze nei campi dell’acquisizione digitale, della conservazione, della catalogazione, della fruizione e della produzione cinematografica. Il Centro ha così consolidato e rafforzato nel tempo e in tutto il territorio sardo la sua presenza, ha costruito relazioni e collaborazioni di alto valore aggiunto e ha ampliato conseguentemente le sue attività, operando secondo un’articolazione complessa di servizi, modalità e azioni che promuove a 360 gradi il mondo dell’esperienza audiovisiva.

Le aree di intervento
Le aree in cui si sviluppa l’azione del Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria sono molteplici. Di seguito si elencano, schematicamente, gli ambiti di intervento:

  • assistenza organizzativa, elaborativa, tecnica e metodologica per iniziative e manifestazioni culturali organizzate da operatori socioculturali, insegnanti ed educatori e che si avvalgono dei contenuti audiovisivi e degli strumenti tecnologici messi a disposizione dal Centro;
  • corsi, stage, workshop e incontri di formazione e aggiornamento progettati appositamente per insegnanti, educatori, bibliotecari e operatori socioculturali finalizzati all’approfondimento delle tematiche relative alla metodologia e all’uso dell’audiovisivo nei contesti culturali, educativi e formativi;
  • consulenza per la progettazione socioculturale dentro le scuole di ogni ordine e grado, nell’associazionismo, nell’Università, nelle biblioteche e in collaborazione con gli enti locali (amministrazioni comunali, provinciale, enti regionali);
  • prestito e consultazione in sede di film, libri e riviste disponibili negli archivi del Centro di Servizi Culturali, comprendenti i materiali che costituiscono la Cineteca Sarda, la Videoteca e la Biblioteca specializzata in cinema e comunicazioni di massa;
  • recupero, raccolta e ricognizione di tutti i beni culturali audiovisivi (pellicole, supporti magnetici e digitali), del materiale informativo (documenti, pressbook, rassegne stampa, manifesti e locandine) relativi ai prodotti cinematografici e audiovisivi, con particolare attenzione ai beni culturali riferibili direttamente o indirettamente alla Sardegna;
  • recupero, raccolta e ricognizione di materiale fotografico su vari supporti (stampe e pellicole, negativi e positivi) relativi alla storia e alla cultura della Sardegna;
  • recupero, raccolta e ricognizione di registrazioni sonore e musicali su vari supporti (magnetico, filo metallico, vinile, digitale) relativi alla storia culturale sonora e musicale della Sardegna;
  • conservazione, catalogazione, valorizzazione e diffusione del patrimonio audiovisivo, fotografico, sonoro e culturale dei popoli, con particolare attenzione alla memoria storica e audiovisiva della Sardegna;
  • attività di supporto per registi e operatori del cinema per la realizzazione di audiovisivi e filmati riguardanti la Sardegna o girati in Sardegna, anche attraverso la disponibilità del materiale d’archivio custodito dalla Cineteca Sarda;
  • attività di produzione di contenuti audiovisivi e sonori, anche per radio e tv locali e web, relativi ai contenuti dell’Archivio e in particolare della memoria storica audiovisiva della Sardegna;
  • promozione della cultura cinematografica attraverso rassegne e proiezioni cinematografiche tematiche, mostre e iniziative culturali di vario tipo con particolare attenzione alla storia e alla cultura della Sardegna, ai temi del lavoro, dell’ambiente, dei diritti, dei giovani, delle problematiche sociali, artistiche e culturali;
  • promozione della lettura e del libro attraverso iniziative di approfondimento sui libri, sull’editoria, sulle mediateche e sulle biblioteche;
  • promozione di attività di formazione e di aggiornamento rivolte a operatori culturali, bibliotecari su temi della metodologia, dell’aggiornamento dei servizi e della comunicazione, dell’innovazione tecnologica e dei sistemi di rete;
  • pubblicazione di una testata editoriale, Film Praxis, che consente la divulgazione della cultura cinematografica attraverso saggi di approfondimenti sulle attività organizzate;
  • attività di editing audio/video, realizzazione di blu-ray e dcp, sottotitolazione in italiano e in sardo dei film;
  • acquisizione, restauro meccanico e fisico conservativo, digitalizzazione, restauro digitale e conservazione a lungo termine (dei supporti e dei file digitali) del materiale audiovisivo (immagini fotografiche, immagini in movimento e registrazioni sonore su qualunque supporto) riguardante la Sardegna, sia su supporto in pellicola che in supporto magnetico, per la salvaguardia dei materiali originali e per favorire la fruizione pubblica dei medesimi.
La Cineteca Sarda

La Società Umanitaria, dopo l’istituzione del Centro per i Servizi Culturali di Cagliari, ha consolidato il servizio audiovisivi promuovendo nel 1966 l’istituzione della Cineteca Sarda. Con le aperture ad Alghero e a Iglesias ha dato vita a centri audiovisivi con attrezzature all’avanguardia per tutte le possibili tecniche di produzione e riproduzione, compresa la video scrittura e la computer grafica.

La Cineteca Sarda si è contraddistinta subito come prima infrastruttura audiovisiva pubblica, culturale ed educativa in Italia, l’unica in Sardegna dotata di una struttura permanente di studio e sperimentazione, e, a partire dal 2011, con laboratori di restauro e digitalizzazione all’avanguardia.

Per quanto riguarda le attività internazionali, la Società Umanitaria è diventata membro effettivo dell’European Children’s Film Association (ECFA), costituita nel 1988 a Bruxelles in occasione del Simposio “Il cinema per ragazzi nell’anno europeo per il cinema”. In tale ambito ha promosso epartecipato all’organizzazione di numerose iniziative per la promozione del cinema per l’infanzia e la gioventù e l’educazione ai media del giovane pubblico europeo. Dal 1990 la Cineteca Sarda è membro effettivo del Coordinamento nazionale delle mediateche, che consente l’acquisizione e lo scambio di materiali audiovisivi e il prestito intermediatecario. Nel 1996 è diventata membro associato della FIAF (Federation International des Archives du Film), l’organismo che raggruppa le cineteche di tutto il mondo. L’ammissione alla FIAF ha rafforzato notevolmente il prestigio e la possibilità di rapporti internazionali e nazionali della struttura ed è un significativo riconoscimento del lavoro svolto nella conservazione e nella promozione della cultura cinematografica nell’isola e, in particolare, nella salvaguardia dei documenti audiovisivi della Sardegna.

La sua attività, fin dai primi anni, ha puntato all’assistenza tecnica e metodologica alle scuole per programmi pluriennali di educazione audiovisiva. In questo ambito ha organizzato una Biennale di “Cinema, ragazzi, scuola” e la sua produzione ha avuto frequenti e importanti riconoscimenti ai festival di Mondavio e Pisa che sono fra le più importanti rassegne di cinematografia dei ragazzi.

Il Centro di Servizi Culturali, oltre a svolgere e gestire attività dirette e sviluppate a partire dalle proprie risorse intellettuali e materiali, incentiva e sostiene, in varie forme (partenariati e convenzioni), anche attività e progetti culturali e sociali proposti e realizzati da altri organismi (pubblici e privati) in ambito regionale, tramite il prestito di audiovisivi, l’assistenza tecnica, la disponibilità di attrezzature, la consulenza per la programmazione culturale e la partecipazione coordinata alle stesse attività. Inoltre svolge la fondamentale azione di ricerca, recupero, studio e salvaguardia di tutti i materiali, audiovisivi e non, considerati beni culturali e archivio della memoria della Sardegna. Con i suoi laboratori promuove e collabora alle nuove produzioni cinematografiche sarde, mettendo a disposizione le immagini dell’archivio e fornendo tecnologia di supporto per curare alcuni momenti della postproduzione dei film.

 

Salvaguardia del patrimonio audiovisivo

Da un punto di vista storico, è stato particolarmente significativo il processo avviato con il Convegno Cinemacittà, organizzato nel 1986, per il coordinamento delle attività cinematografiche e audiovisive nell’area metropolitana, con partecipazioni nazionali ed internazionali di assoluto rilievo che hanno confermato il ruolo di primo piano e di riferimento indispensabile delle attività audiovisive nell’isola rivestito dalla Cineteca sarda. L’anno successivo è stato avviato il progetto La Sardegna nello schermo incentrato sul recupero, sull’acquisizione e sulla messa in circolazione dei documenti della memoria audiovisiva della regione sarda e sulla realizzazione di cataloghi e guide ragionate per l’uso didattico e culturale. Si è sviluppato così un intenso lavoro di ricerca e raccolta di documentari, cinegiornali e film di finzione, condotto anche in collaborazione con altri organismi nazionali e internazionali che hanno consentito di reperire, restaurare e immettere nel circuito culturale opere di notevole importanza. I primi risultati di tale lavoro sono stati presentati nelle tre edizioni del Convegno La Sardegna nello schermo svolti nel 1993, 1994 e 1995, anni in cui si realizzano i primi ritrovamenti importanti e i primi restauri.

L’attività di restauro ha portato al recupero, in quegli anni Novanta, del film Cainà di Gennaro Righelli,[2] realizzato in collaborazione con la Cineteca del Friuli e la Cineteca di Praga, e di Cenere di Febo Mari[3] in collaborazione con la Cineteca del Friuli e la George Eastman House di Rochester (USA). Il ritrovamento e il restauro di un importante documento su Milano dopo i bombardamenti del 1943 venne diffuso in ambito nazionale in collaborazione col Centro di Regionale per i Servizi Didattici ed Audiovisivi delle Regione Lombardia e con la Cineteca Italiana di Milano. Successivamente è stato portato a termine il restauro, in collaborazione con la Cineteca Italiana di Milano, di cinque film di Gavino Gabriel. Nel 2007, in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna e con la Cineteca di Bologna, si è attivata la complessa operazione di restauro del film di Fiorenzo Serra L’ultimo pugno di terra[4] e dei due cortometraggi realizzati da Vittorio De Seta nel 1958, Un giorno in Barbagia[5] e Pastori di Orgosolo.[6] Nel 2011 è stato acquisito e restaurato il film Il trionfo della vita di Antonio Gravina: un’opera importante per la Cineteca Sarda perché una delle poche interpretazioni cinematografiche del grande tenore cagliaritano Piero Schiavazzi. Altri lavori di restauro impegnativi sono stati quelli del 2010 di Inchiesta a Carbonia di Lino Miccichè[7] e di Desulo di Fiorenzo Serra,[8] seguiti da Settembre in Gallura di Raffaele Andreassi (1955), restaurato nel 2012.

I laboratori e l’innovazione tecnologica

Dal 2011 la Cineteca Sarda ha avviato un percorso di autonomia tecnologica che ha consentito di strutturare laboratori efficienti e all’avanguardia per competenza, professionalità e attrezzature audiovisive che garantiscono massima affidabilità per le varie attività (restauro, digitalizzazione, proiezione, montaggio, editing, duplicazione, ecc.). Gli investimenti fatti in questi ultimi anni hanno consentito un’attività di ricerca e un lavoro di altissima qualità. L’adeguamento tecnologico dei laboratori oggi consente di effettuare lavorazioni sui materiali in pellicola e in magnetico      che fino al 2013 era necessario commissionare ad aziende specializzate fuori dall’isola. Le competenze acquisite consentono non solo un notevole risparmio di risorse, ma permettono di lavorare, con una tempistica accettabile, su pellicole che necessitano di urgente recupero o perlomeno di arrestare i processi di decadimento che interessano alcune opere.

I laboratori, oltre a essere una modalità didattica, funzionano come strutture tecnico-operative permanenti a uso delle scuole e degli operatori del territorio per lo studio e la conoscenza della realtà locale e regionale e la realizzazione (in post-produzione) di filmati. I laboratori dispongono inoltre di un ampio parco attrezzature, integrato con sistemi hardware/software (alcuni prodotti dalla Cineteca stessa), che permettono di effettuare la migrazione in formato digitale partendo da qualsiasi supporto fotografico/audiovisivo.

Il personale tecnico dei laboratori è in grado di progettare workflow personalizzati su diversi ambienti, eseguire e gestire i processi di digitalizzazione e i restauri digitali di pellicole e nastri magnetici, oltre che di fornire servizi di consulenza. Sono attivi il laboratorio per il trattamento e la digitalizzazione di documenti e materiale fotografico (stampe, diapositive, negativi, lastre, documenti, libri), i laboratori per il trattamento di pellicole cinematografiche, adibiti al trattamento dei film in formato 8mm, super8, 9.5mm, 16mm e 35mm; I nastri magnetici che presentano problemi meccanici vengono sottoposti a restauro con un dispositivo di produzione della Cineteca stessa.

Il restauro digitale

Il Centro di Cagliari si è dotato più recentemente di tecnologia all’avanguardia per effettuare il restauro digitale che in passato era necessario esternalizzare e non sempre con risultati eccellenti. La conservazione delle pellicole è garantita da un deposito con refrigerazione e deumidificazione costantemente monitorata, che consente di mantenere le pellicole in condizioni ambientali ottimali. La conservazione digitale è invece garantita da un sistema di immagazzinamento e conservazione che si avvale della tecnologia LTO (Linear Tape Open), che offre sufficienti garanzie di conservazione dei file.

L’attività di restauro digitale è stata documentata per la prima volta nel convegno Sardegna: sguardi e passaggi dell’autonomia speciale organizzato nel 2018 nell’ambito del dibattito che si è sviluppato nella ricorrenza del 70° anniversario dell’entrata in vigore dell’Autonomia regionale sarda. Il convegno è stato promosso anche per restituire al pubblico un filmato del 1978 (ma ritrovato nel 2018) che racconta il 30° anniversario dell’Autonomia e per presentare il primo restauro digitale completo interamente realizzato nei laboratori della Cineteca Sarda. Il documentario, intitolato Autonomia trentanni, riunisce filmati d’archivio e interviste ai rappresentanti delle istituzioni e del mondo politico e sindacale degli anni Settanta. Realizzato in pellicola 35mm, il film appartiene al Fondo nominale Guido Costa, che aveva realizzato il documentario con la collaborazione, per quanto riguarda il testo di commento, di Manlio Brigaglia, Sergio Atzeni e di Silvano Reina.[9]

Unicità della struttura laboratoriale

Di grande rilevanza per la struttura laboratoriale – e che definisce l’unicità del C:S.C. di Cagliari rispetto alle altre Cineteche nazionali – è la possibilità di leggere tutti i sistemi (analogici e digitali) di videoregistrazione magnetica. I supporti più rari (soprattutto magnetici) sono leggibili solo da vecchie macchine che oggi non si producono perché superati dalle nuove tecnologie. Eppure si presenta spesso la necessità di leggere vecchi supporti che potrebbero contenere immagini importanti da un punto di vista storico. La struttura laboratoriale si fa carico da diversi anni di acquisire, recuperare e tenere in vita quelle macchine che ci consento la lettura dei supporti obsoleti al fine di digitalizzarne i contenuti e conservarli. Spesso ci si ritrova nella condizione di ricavare da più macchine non funzionanti una che funzioni utilizzando le altre per i pezzi di ricambio. In questo modo oggi i nostri laboratori sono in grado di leggere la maggior parte dei diversi standard e digitalizzarne i contenuti. I laboratori in funzione sono dodici: 1) digitalizzazione dei film a passo ridotto; 2) editing e authoring dvd; 3) montaggio video; 4) realizzazione dcp di proiezione per le sale; 5) digitalizzazione dei film in 16mm e 35mm; 6) lavaggio pellicole; 7) realizzazione dei blu-ray disc di proiezione; 8) digitalizzazione fotografica; 9) Laboratorio di montaggio audio-video con due operatori a disposizione delle molteplici richieste che arrivano dai proprietari dei film di famiglia; 10) restauro digitale (color correction, stabilizzazione, eliminazione dei disturbi, ecc.); 11) digitalizzazione e restauro dei formati magnetici (betacam, betamax, umatic ecc.); 12) conservazione a lungo termine con tecnologia LTO dei contenuti digitali.

Essi consentono non solo di digitalizzare i film in pellicola di qualunque formato, ma anche di realizzare prodotti finiti per il pubblico, realizzare montaggio video e supporti utilizzabili nelle proiezioni in sala. Ultimamente è stato sviluppato anche un laboratorio in grado di trattare i supporti fotografici.

Memoria storica audiovisiva della società sarda

Il tema della Memoria storica audiovisiva della società sarda è stato in realtà sviluppato con un intenso lavoro di ricerca che non si è limitato alla ricognizione dei film documentari o di finzione prodotti in Sardegna o che si riferivano, anche indirettamente, alla regione. L’attività produttiva di materiali audiovisivi ha investito le imprese private di produzione, le TV private e le istituzioni pubbliche che hanno cominciato a sfruttare le capacità di documentazione dei supporti magnetici. In questo contesto nasce il Progetto di catalogazione del patrimonio audiovisivo filmico relativo alla memoria storica audiovisiva della società sarda, realizzato, a partire dal 2003 all’interno di una convenzione stipulata con la Regione Autonoma della Sardegna e in particolare con l’Assessorato della Pubblica Istruzione e Beni Culturali. Il progetto ha portato alla realizzazione del primo catalogo regionale del patrimonio audiovisivo riguardante la Sardegna, che comprende film documentari, fiction, video, cinegiornali, cortometraggi e lungometraggi realizzati su diversi supporti (magnetici e pellicole) da autori sardi e da autori non sardi ma con un contenuto riguardante la storia, la cultura, l’economia, la natura e i protagonisti della Sardegna. Questo lavoro ha consentito di avere a disposizione, per qualsiasi esigenza conoscitiva, una dettagliata e approfondita struttura informativa della dotazione di materiali di carattere documentale e audiovisivo. Va da sé che per un archivio in continua crescita, il cui patrimonio si arricchisce giorno per giorno di nuovi materiali audiovisivi di recente produzione, il tema dell’implementazione delle informazioni e dei cataloghi è di fondamentale importanza. Negli ultimi anni questo lavoro ha subito un certo ritardo, causato principalmente prima dalla pandemia Covid e poi dalla lunga fase di trasferimento del Centro dalla vecchia sede di viale Trieste a Cagliari all’attuale sede a Sa Manifattura. Attualmente si sta lavorando anche a una ridefinizione dei criteri di catalogazione e alla costruzione di un nuovo sistema di comunicazione dell’Archivio con gli utenti.

Il cinema di famiglia

Altro importante settore di intervento è quello che opera nel recupero del cosiddetto “cinema di famiglia”: materiali audiovisivi amatoriali che costituiscono oggi una fonte di documentazione importante nella ricostruzione delle microstorie della società sarda. La Società Umanitaria della Sardegna ha promosso nel 2011 il progetto La tua memoria è la nostra storia, una campagna regionale che ha l’obiettivo di costruire l’archivio della memoria privata e famigliare dei sardi. Il progetto prevede il recupero, la conservazione e la valorizzazione dei filmati realizzati da tutti coloro che fino al 1985 hanno registrato, su pellicole 9,5mm Pathé Baby, 16mm, 8mm e Super 8, immagini per documentare le abitudini e le ricorrenze della loro vita famigliare, i momenti quotidiani e le cerimonie, i luoghi e le tradizioni, i volti e i gesti, i viaggi e le vacanze, le attività sportive e le feste. A questi si aggiungono i film – negli stessi formati – amatoriali, documentari o di finzione, realizzati nel tempo libero o nell’ambito delle attività di associazioni culturali, gruppi politici, sindacali, sociali e religiosi, scuole, istituzioni o luoghi di lavoro. Il progetto consente in primo luogo un ampio censimento dei materiali audiovisivi amatoriali e dei film di famiglia relativi al territorio regionale sardo. Ma soprattutto consente di costruire un corpus di materiali audiovisivi inediti e preziosi per lo studio della storia e della memoria locale, della cultura di un luogo e dei suoi abitanti, dello sviluppo sociale, economico, antropologico e paesaggistico. Nell’ambito dei programmi di valorizzazione del cinema di famiglia, la Cineteca Sarda ha partecipato al progetto Re-Framing Home Movie, realizzato con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa Sillumina, promosso con l’Archivio Cinescatti / Lab 80 film (Bergamo) e l’Archivio Superottimisti / Associazione Museo Nazionale del Cinema (Torino). Re-Framing Home Movie è un progetto che elabora percorsi di formazione per giovani filmmaker, archivisti, studiosi, volto a trasmettere ai partecipanti conoscenze, metodologie, competenze tecniche e artistiche per l’analisi, il trattamento e la ricontestualizzazione filmica di materiali d’archivio amatoriali. Per il Ministero per i beni e le attività culturali e la Direzione Generale degli Archivi è stata curata anche la selezione di materiali destinati al progetto Il portale degli antenati – Storie di Famiglie, che propone produzioni raccolte da soggetti di varia natura (istituzioni culturali, mediateche, archivi di Stato, università, ecc.), che possano aiutare a mantenere viva la memoria delle forme di rappresentazione e autorappresentazione dei singoli e delle collettività nel nostro passato.

La promozione della cultura cinematografica e la sua funzione didattica

La promozione della cultura cinematografica è sempre stata un momento costitutivo dell’attività del CSC di Cagliari. La Cineteca Sarda in origine nasce e si consolida fino al 2010 come “cineteca distributiva”, cioè un soggetto che principalmente mette a disposizione del pubblico e per la sua formazione contenuti cinematografici e audiovisivi e i supporti necessari per la visione collettiva. I problemi di conservazione e le trasformazioni socioculturali introdotte dalle nuove tecnologie digitali e dall’imporsi di nuovi mezzi id comunicazione (prima i dvd, poi i blue ray, i file disponibili su piattaforme online, fino alle recenti evoluzioni degli smart phone, ecc.) hanno imposto una maggiore attenzione nei confronti dei materiali acquisiti e della loro conservazione, spingendo, dal 2011, alla strutturazione di laboratori di digitalizzazione e di restauro. Tuttavia ogni lavoro di recupero è comunque finalizzato alla restituzione pubblica dei contenuti audiovisivi. Ne sia esempio il già citato “cinema di famiglia”: la conoscenza e la circolazione di questo immenso patrimonio audiovisivo è possibile solo se ogni pellicola recuperata è restaurata e digitalizzata. La promozione della cultura cinematografica quindi non passa solo attraverso la riproposizione pubblica dei vecchi film e il loro uso a fini didattici, educativi e formativi: è promozione anche il mettere a disposizione di una produzione cinematografica i materiali d’archivio che possono essere utili alla realizzazione di un film, la cui proiezione pubblica restituisce, in modo del tutto nuovo e anche originale, quei contenuti audiovisivi altrimenti inutilizzabili.

L’attività di diffusione non è mai venuta meno nella programmazione del Centro Servizi Culturali. Tale attività si svolge ancora con un intenso programma di proiezioni cinematografiche attraverso la formula delle rassegne. A queste si sono aggiunte iniziative di promozione e diffusione più strutturate e complesse. Le nuove formule sperimentate sono quelle del festival e del concorso per progetti cinematografici. Una parte importante dell’attività divulgativa la svolge anche la promozione delle pubblicazioni.[10]      

I Festival: l’attenzione alle lingue minoritarie e alla ricerca etnoantropologica

Uno dei momenti fondamentali della promozione della cultura cinematografica è rappresentato dai Festival. Nel 2010 è stata realizzata la prima edizione del Babel Film Festival, primo concorso cinematografico internazionale destinato esclusivamente alle produzioni cinematografiche delle minoranze linguistiche. Si tratta di una novità rilevante in un contesto cinematografico internazionale in cui le grandi produzioni si ostinano a parlare lingue omologate e universali, che appiattiscono, in un certo senso, l’universo dell’espressione umana. La lingua minoritaria è una lingua che vive della sua diversità e della ricchezza che restituisce nel suo vivere. Non solo nella vita che le garantisce il parlante, ma anche nella vita che le rinnovano le arti poetiche. Il cinema, che in passato non ha mai valorizzato le parlate locali se non in relazione alla capacità di restituire la caricatura di un modo di vivere stratificato (in termini sociologici e antropologici), da diversi anni è stato in qualche modo vivificato dall’incontro con le parlate locali, con le lingue e i dialetti che sopravvivono nelle aree linguistiche spesso periferiche di tutto il mondo. Le comunità hanno consolidato il senso dell’identità anche in forza di una lingua che in passato caratterizzava l’esistenza di quel gruppo e che nel tempo del progresso, magnificato dalle innovazioni tecnologiche, ha rischiato di perdersi. La crisi delle visioni del mondo universali e totalizzanti ha indotto molte comunità a riscoprire il senso dell’appartenenza anche grazie a una lingua che pallidamente resisteva nella parlata familiare, amicale e/o comunitaria.

Il Festival offre a tutti gli autori, sia di documentari sia di fiction, la possibilità di dare visibilità e forza espressiva alle lingue, per favorire un reale confronto e scambio culturale tra le popolazioni di tutto il mondo. Il programma del Babel Film Festival contribuisce anche ad un confronto con gli universi della musica e del teatro – che da più tempo rispetto al cinema hanno compreso la ricchezza delle lingue minoritarie –, ma anche della televisione, che si sta aprendo sempre di più alle possibilità di comunicare in un modo diverso, mirato, centrato sui bisogni e i desideri di una comunità ristretta a cui restituisce il diritto di voce. Dalla prima edizione del 2010, si sono svolte 8 edizioni (la 9ª è prevista nel 2025), che hanno consentito di raccogliere un patrimonio di oltre mille film che costituiscono il primo e unico archivio esistente del cinema nelle lingue minoritarie del mondo.

Un altro campo in cui la Cineteca Sarda è fortemente impegnata, nell’ambito delle attività di promozione, è quello etnoantropologico. La produzione cinematografica in Sardegna, dalle origini fino ad oggi, ha una grande importanza da questo punto di vista perché restituisce una storia della società sarda con tutte le implicazioni di natura antropologica e sociologica che le immagini sanno raccontare. Per far sì che tutto questo materiale sia riportato alla sua visibilità pubblica, la Cineteca Sarda organizza a Sassari, da diversi anni, attraverso il suo Laboratorio di Antropologia Visuale “Fiorenzo Serra” – afferente al Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della formazione dell’Università degli Studi di Sassari – il “Fiorenzo Serra Film Festival”, concorso rivolto alle produzioni di cinema etnografico e intitolato al grande documentarista sassarese. Il Festival, nato nel 2015, ha lo scopo di promuovere la realizzazione di film che possano contribuire alla conoscenza delle realtà culturali etnografiche attraverso il mezzo audiovisivo e di tutelare e implementare, in maniera scientifica e sistematica, le produzioni audiovisive nazionali e straniere riguardanti i patrimoni etnografici, archeologici, storici, linguistico-culturali e ambientali della Sardegna. In questo modo la produzione di nuovi lavori, attenti alla contemporaneità, si combina con l’attività di recupero, conservazione e diffusione del materiale storico e consente un dialogo e un confronto ricco, tra passato e presente, nonché una rilettura aggiornata della nostra storia audiovisiva.

Bibliografia
  • AA.VV., Caina. L’isola e il continente (libro e videocassetta del film ritrovato) numero monografico di «Filmpraxis. Quaderni della cineteca sarda», n. 5, 2001.
  • F. Masala, Il diritto alla risposta. Educazione degli adulti e mezzi audiovisivi di comunicazione di massa, Cuec, Cagliari 1985.
  • G. Olla (a cura di), Fiorenzo Serra, regista, numero monografico di «Filmpraxis. Quaderni della cineteca sarda», n. 3, dicembre 1996.
  • G. Pilleri (a cura di), La Sardegna nello schermo. Catalogo ragionato di fìlm, documentari, cinegiornali, numero monografico di «Filmpraxis. Quaderni della cineteca sarda», n. 2, novembre 1995.
  • G. Pilleri, P. Ugo (a cura di), L’ultimo pugno di terra. Il film di Fiorenzo Serra sulla Rinascita, (2014) numero monografico di «Filmpraxis. Quaderni della cineteca sarda», n. 6, giugno 2014.

Tutte le pubblicazioni della Cineteca sarda: https://www.umanitaria.it/cagliari-progetti-regionali/pubblicazioni


Note:

[1] Tutti istituiti sulla base dell’art. 20 della L. 26/6/1965, n.717 e successivamente confermati dalla L.R. n.37/1978.

[2] L’Isola e il continente, di Gennaro Righelli (Italia, 1922). Altrimenti noto come Cainà.

[3] Cenere, di Febo Mari (Italia, 1916).

[4] L’ultimo pugno di terra, di Fiorenzo Serra (Italia, 1964).

[5] Un giorno in Barbagia, di Vittorio De Seta (Italia, 1958)

[6] Pastori di Orgosolo, di Vittorio De Seta (Italia, 1958)

[7] Inchiesta a Carbonia, di Lino Micciché (Italia, 1961).

[8] Desulo di Fiorenzo Serra (Italia, 1953)

[9] Altri restauri realizzati nei laboratori della Cineteca Sarda di Cagliari sono: Addì 11 maggio di Salvatore Sardu, Itinerari deleddiani di Remo Branca (1962), Rapsodia sarda di Remo Branca (1964), La Madonna che viene dal mare (anni Sessanta), Sant’Efisio ’43 e Sant’Efisio ’48 e La fiaba del lupo di Marino Cao, Intervista a Emilio Lussu di Paolo Gobetti (1973), Quanto è bello lu murire acciso di Ennio Lorenzini (1975) e Inventata da un Dio distratto di Marilisa Piga (2001).

[10] La Società Umanitaria ha pubblicato, fin dai primi anni, saggi, monografie, manuali, dispense, quaderni, sussidi didattici nell’ambito degli audiovisivi, dell’educazione degli adulti, dell’associazionismo, delle biblioteche. Tali pubblicazioni sono state diffuse a livello nazionale e internazionale. Tra queste segnaliamo Il diritto alla risposta. Educazione degli adulti e mezzi audiovisivi di comunicazione di massa, di Fabio Masala (1985); La Sardegna nello schermo. Catalogo ragionato di film, documentari, cinegiornali (1995); La Sardegna nello schermo (1996); Fiorenzo Serra, regista (a cura di Gianni Olla (1996); Caina. L’isola e il continente. (Libro e videocassetta del film ritrovato) (2001); L’ultimo pugno di terra. Il film di Fiorenzo Serra sulla Rinascita (2014).

Dati articolo

Autore:
Titolo: Il Centro di Servizi Culturali della Società Umanitaria – Cineteca sarda di Cagliari
DOI: 10.52056/9791254699249/12
Parole chiave: , ,
Numero della rivista: n.22, dicembre 2024
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
, Il Centro di Servizi Culturali della Società Umanitaria – Cineteca sarda di Cagliari, in Novecento.org, n.22, dicembre 2024. DOI: 10.52056/9791254699249/12

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