A partire da “La chiave a stella” di Primo Levi, si riflette su come usare la letteratura per trasformare gli oggetti in fonti “parlanti”, capaci di raccontare qualcosa sulla storia del lavoro anche all’interno di attività didattiche.
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L’attività di Jurek Becker, in particolare il romanzo Jakob der Lügner (1969), illumina il rapporto tra letteratura, storia e politica nella Guerra Fredda, offrendo uno sguardo originale sulla storia delle due Germanie.
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Il romanzo I sepolti vivi di Giacomo La Russa, dedicato all’occupazione della miniera Ciavolòtta da parte dei minatori agrigentini nel 1954, si colloca nel crocevia tra narrazione letteraria e memoria storiografica.
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Il saggio si concentra su Bau-sète! (Rizzoli, 1988) di Luigi Meneghello, resoconto del travagliato dopoguerra dell’autore e seguito ideale dell’esperienza resistenziale narrata ne I piccoli maestri
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La letteratura “industriale” può essere un valido strumento per offrire un quadro dei mutamenti occorsi alla classe operaia, durante lo sviluppo economico italiano degli anni Cinquanta e Sessanta.
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Per un abbecedario della cittadinanza democratica: università/scuola/territorio
Svegliarsi adulti di Roberta Mori
Scarpe rotte eppur bisogna andar. Una storia della Resistenza in 30 oggetti, a cura di P. E. Boccalatte e M. Carrattieri
L’affaire Matteotti. Storia di un delitto, di Fabio Fiore
Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti, di Marco De Paolis e Paolo Pezzino
Abbiamo strappato la pianta; bisogna strappare la radice
Partigiani presso gli stabilimenti Ercole Marelli
L’arresto degli arlecchini