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L’onlife interroga la (didattica della) storia: postverità, consumi culturali, distorsioni e banalizzazioni

Posted by Stefano Pasta | Apr 12, 2023 | Insegnare (in) Europa. Prospettive, metodologie, risorse per la storia |

Nuove forme di autorialità, sovraccarico informativo, postverità e banalizzazione dei contenuti: tutto questo influenza grandemente l’insegnamento della storia. Ma è comunque possibile attuare alcune strategie di risposta a tali questioni.

Stefano Pasta

Laureato in Storia contemporanea e Phd in Pedagogia, è stato assegnista di ricerca in Didattica e Pedagogia Speciale presso l’Università Cattolica di Milano dal 2018 al 2021, dal 1-5-2021 è ricercatore a tempo determinato (A) in Didattica e Pedagogia speciale (SSD M-Ped/03) presso la Facoltà di Scienze della Formazione; qui insegna Metodologia delle attività formative e speciali e tiene moduli formativi presso Corsi di Alta Formazione e Master dell'Ateneo. Nel 2022 ha ottenuto l'Abilitazione Scientifica Nazionale a Professore di seconda fascia per il settore concorsuale 11/D2 "Didattica, pedagogia speciale e ricerca educativa". È membro del CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia: http://www.cremit.it), dove si occupa in particolare di tematiche legate all'educazione digitale, alla media education, al contrasto dell'odio online e alla formazione degli insegnanti. Per la monografia “Razzismi 2.0. Analisi socio-educativa dell’odio online" ha vinto il Premio Italiano di Pedagogia 2019 della Società italiana di Pedagogia (Siped) e nel 2022 il Premio internazionale Elisa Frauenfelder (III edizione - sezione "Cultura e innovazione"); ha altresì vinto il Premio Sirem Giovane Ricercatore 2017 della Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale per il contributo “Razzismi 2.0. Una proposta di analisi delle forme di intolleranza nella cultura giovanile contemporanea” e il Premio Sirem Giovane Ricercatore 2021 per il contributo “La ricerca dell’hate speech tra valutazioni algoritmiche e qualitative. Un caso studio sull’odio in Twitter".