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Tecnologie e didattica della storia: la rete INSMLI

Abstract

L’intervento, a presentazione della parte didattica del convegno, organizzata dalla stessa relatrice, si divide in tre parti. Inizialmente profila l’evoluzione delle tecnologie digitali, in modo da focalizzare l’attenzione sui cambiamenti intercorsi negli ultimi anni e illustra, sulla base di dati ISTAT, la loro diffusione nella società italiana. Successivamente analizza, sulla scorta di una serie di ricerche, promosse a vario titolo dagli organismi della commissione europea, la situazione del rapporto scuola/tecnologie nei vari paesi dell’Unione, con particolare riguardo alla situazione italiana e alle sue peculiarità, e infine presenta i lavori degli istituti proponendo una tipologia di utilizzi didattici delle tecnologie.

L’Evoluzione delle tecnologie e la loro diffusione in Italia
Per comprendere pienamente l’utilizzo che gli istituti della rete INSMLI hanno fatto delle tecnologie digitali in ambito didattico, bisogna delineare accuratamente il contesto e le sue trasformazioni nel tempo.
Si tratta quindi di capire innanzitutto in quale scenario tecnologico chi muoviamo e come esso si sia trasformato nel tempo- Poi si prenderà in esame in che modo esso è vissuto dalle famiglie e dai ragazzi per concludere analizzando come la scuola reagisca a questa duplice sollecitazione delle tecnologie e del loro utilizzo extrascolastico.

Il contesto tecnologico
Per comprendere in pieno in che modo le tecnologie digitali, negli ultimi 25 anni, abbiano modificato alcuni aspetti della nostra vita bisogna innanzitutto profilarne lo sviluppo. Questo ci consente di misurare lo scarto tra il web 1.0 e il suo approccio unidirezionale e prevalentemente testuale alla comunicazione, non dissimile da quello degli altri media, al web 2.0 che, coniugato al wifi e alla banda larga consente attualmente una comunicazione effettivamente multimediale, delocalizzata e interattiva, anche se, come vedremo, il mondo della scuola non sembra essersene ancora pienamente accorto.

Gli Italiani e le tecnologie1
Le potenzialità che le tecnologie digitali mettono a nostra disposizione hanno evidentemente cambiato in nostro modo di vivere, di avere relazioni, di studiare e questo fenomeno ha ormai coinvolto la stragrande maggioranza degli italiani. Se infatti guardiamo i risultati delle indagini contenute nel rapporto ISTAT 20132 relativamente al rapporto tra cittadini e tecnologie digitali, possiamo osservare come ormai i servizi tecnologici (come li definisce la ricerca statistica) fanno parte integrante del vissuto degli italiani di tutte le età ma, in particolare, caratterizzano lo stile di vita degli adolescenti.

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La ricerca ci dice infatti che essi hanno la possibilità di accesso al computer e a internet per quasi il 90%, frequentano d’abitudine tanto i social network quanto wikipedia e, per più della metà, hanno un dispositivo mobile connesso alla rete che diventa di fatto il device privilegiato per qualsiasi tipo di comunicazione e di ricerca. La vita extrascolastica dei ragazzi, a partire ormai dalle scuole elementari, risulta perciò costantemente permeata dall’uso di strumenti di comunicazione digitale.

Le tecnologie a scuola3
Il problema da porsi, una volta compreso il livello di familiarità degli studenti con le tecnologie, è come la scuola utilizzi queste propensioni per arricchire la sua didattica.
Per questo aspetto ci vengono in soccorso una serie di indagini comparative promosse dall’Unione Europea4 che fotografano una situazione di sostanziale arretratezza del nostro paese dal punto di vista tecnologico. Se si eccettuano le LIM, per la dotazione delle quali siano vicini alla media delle altre nazioni, per tutti gli altri aspetti, computer e loro aggiornamento, utilizzo di classi virtuali, dotazioni tecnologiche complessive, la nostra collocazione gravita intorno agli ultimi posti.

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E questa situazione deficitaria risulta particolarmente evidente per quanto riguarda la connettività: non solo le scuole italiane non hanno la banda larga o la cablatura, una parte significativa manca completamente di connessione.

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Conseguentemente, come è ovvio, siamo ai primi posti per numero di studenti che non fanno nessun uso di tecnologie in ambito scolastico e quello in cui è più esiguo il numero di docenti che utilizzano strumenti digitali in modo sistematico per più della metà del tempo di lezione.
D’altra parte, come testimonia anche il rapporto dell’OECD sulle strategie digitali in Italia5, l’offerta di formazione del MIUR in questi decenni è stata saltuaria e carente con iniziative a macchia di leopardo e una distribuzione delle risorse che ha puntato a creare, non sempre riuscendoci, uno sparuto numero di eccellenze piuttosto che a prestare ascolto alle esigenze diffuse sul territorio nazionale.

Questo ha portato ad una situazione fortemente squilibrata in termini di dotazioni e anche di formazione dei docenti come risulta dalla immagine seguente che si avvale dei dati sulla situazione scolastica italiana del 20136.

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Un ultimo elemento che può servire a concludere questo profilo del rapporto tra la scuola italiana e le tecnologie riguarda le caratteristiche anagrafiche degli insegnanti, non per voler avvalorare la tesi della differenza tra nativi e immigrati digitali che, anzi, è stata da più parti smentita e dallo stesso Prensky ridimensionata7, ma per sottolineare come l’assenza di un ricambio generazionale e la conseguente prevalenza in cattedra di persone che non hanno avuto una formazione specifica agli usi didattici delle tecnologie nel loro corso di studi ma solo per volontà o interesse personale sono arrivati, a volte, a padroneggiarle, di fatto rende la nostra scuola più lontana di altre dalla familiarità con approcci e strategie che coinvolgano le risorse digitali: negli istituti superiori il 60% degli insegnanti ha più di 50 anni8.

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Gli istituti della rete Insmli e la didattica digitale
Come gli istituti della rete Insmli, ed in particolare i docenti che, al loro interno, sono comandati per occuparsi specificamente di didattica della storia, si confrontano con questo scenario? Come quindi deve essere interpretata la loro produzione? Evidentemente essa non può che trovarsi al centro dei tre insiemi prima analizzati: l’evoluzione delle tecnologie, l’atteggiamento e le risorse della scuola nei confronti dei nuovi approcci all’insegnamento messi a disposizione dal digitale e l’attività di ricerca, documentazione e progettazione didattica svolta dagli istituti.

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Per comprendere come la rete ha affrontato questa sfida, è stato elaborato un questionario che permettesse di raccogliere dati in merito.
Gli esiti dell’indagine raccontano che la gran parte degli istituti si confronta attivamente con le TIC e che, al loro interno, si possono individuare due grandi categorie: quelli che utilizzano prevalentemente gli strumenti digitali per trasferire e tradurre su nuovi supporti la ricchezza di contenuti che caratterizza l’attività degli istituti e quelli che si stanno cimentando con le trasformazione dei linguaggi e con le potenzialità didattiche che possibili usi virtuosi delle tecnologie possono offrire alla scuola.
I prodotti di quest’ultima categoria sono stati poi classificati, a seconda del tipo di approccio, in tre macrocategorie: quelli che hanno sfruttato la possibilità di integrare diversi media e linguaggi per costruire un prodotto multimediale, quelli che hanno costruito siti e pagine per condividere, secondo varie modalità materiali, bozze di percorsi o attività didattiche trasferibili e, infine, quelli che hanno utilizzato le potenzialità di comunicazione del web 2.0 per impostare una ricerca collaborativa a distanza coinvolgendo le scuole in attività, in presenza e a distanza.

Di tutto ciò danno conto le mappe che seguono e che sono, a loro volta, collegate con i prodotti digitali che abbiamo analizzato.

Mappa 1: il questionario e i suoi esiti PRIMA_web.html

Mappa 2: le TIC come supporto SECONDA_web.html

Mappa 3: le TIC come nuovi linguaggi TERZA_web.html

Note:

1 Cfr le slide che forniscono tutti i dati ISTAT analizzati nell’intervento https://www.novecento.org/wp-content/uploads/2015/02/istat.pdf

2 cfr. http://www.istat.it/it/files/2013/12/Cittadini_e_nuove_tecnologie_anno-2013.pdf?title=Cittadini+e+nuove+tecnologie+-+19%2Fdic%2F2013+-+Testo+integrale.pdf

3 Cfr le slide che forniscono tutti i dati delle ricerche europee analizzati nell’intervento https://www.novecento.org/wp-content/uploads/2015/02/europa.pdf

4 Survey of school: ITC in education – 2011-12. FINAL REPORT A study prepared for the European Commission DG Communications Networks, Content & Technology all’indirizzo http://ec.europa.eu/digital-agenda/sites/digital-agenda/files/KK-31-13-401-EN-N.pdf (2013) per l’analisi comparativa.
Survey of school: ITC in education – 2011-12 – COUNTRY PROFILE: ITALY https://ec.europa.eu/digital-agenda/sites/digital-agenda/files/Italy%20country%20profile.pdf (2013)per le specificità della situazione italiana.

5 Review of the Italian Strategy for Digital Schools del Centre for Educational Research and Innovation cfr http://www.oecd.org/edu/ceri/Innovation%20Strategy%20Working%20Paper%2090.pdf (2013)

6 MIUR: Focus “Sedi, alunni, classi e dotazioni organiche del personale docente della scuola statale A.S. 2013/2014” http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/ceafc890-20eb-4c5f-859b-baed726d22d0/avvio_anno_scolastico2013_2014_10.pdf

7 cfr Marc Prensky, H. SAPIENS DIGITALE:DAGLI IMMIGRATI DIGITALI E NATIVI DIGITALI ALLA SAGGEZZA DIGITALE, TD-Tecnologie Didattiche, 50 (2010), pp. 17-24 http://www.tdjournal.itd.cnr.it/files/pdfarticles/PDF50/2_Prensky.pdf

8 cfr. http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/key_data_series/151IT.pdf

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Dati articolo

Autore:
Titolo: Tecnologie e didattica della storia: la rete INSMLI
DOI: 10.12977/nov46
Parole chiave: , , , , , ,
Numero della rivista: n.21, giugno 2024
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
, Tecnologie e didattica della storia: la rete INSMLI, Novecento.org, n.21, giugno 2024. DOI: 10.12977/nov46

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