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La storia sul territorio: l’esperienza dei “Sentieri della Libertà”. Training su strumenti web open source

Abstract

Il laboratorio ha offerto ai corsisti la possibilità di operare per la creazione e la condivisione di contenuti storico-didattici utilizzando strumenti web open source per la costruzione di mappe, timeline e classificazioni a più livelli finalizzati alla discussione e all’apprendimento condiviso. Il workshop è stato strutturato in due distinte fasi. La prima dedicata alla presentazione degli strumenti da utilizzare. Nella seconda la classe, divisa in gruppi, ha ricevuto un lotto di materiale costituito da fonti, immagini, documenti inerenti al tema dei “Sentieri della Libertà” (documentazione fornita dai tutor) a partire dal quale i partecipanti si sono cimentati nell’utilizzo dei software presentati, costruendo una mappa o un altro prodotto comunicativo.

Sentiero partigiano dell’Alpe Fej di Rossa (Al). Uno dei sentieri della Libertà scelto come esempio

Sentiero partigiano dell’Alpe Fej di Rossa (Al). Uno dei sentieri della Libertà scelto come esempio

Il workshop

Nel workshop tenutosi il 27 febbraio 2015 ci siamo posti come obiettivo principale quello di fornire ai docenti partecipanti alcuni strumenti didattici utili per la costruzione di un laboratorio di storia partendo dall’esperienza dei “Sentieri della Libertà”1. In particolare l’intento è stato quello di offrire ai corsisti la possibilità di operare per la creazione e la condivisione di contenuti storico-didattici utilizzando strumenti web open source per la costruzione di mappe finalizzate alla discussione e all’apprendimento condiviso. Il workshop è stato ripetuto due volte (una al mattino e una al pomeriggio, come gli altri laboratori) e ha coinvolto più di 30 corsisti per ogni sessione.

Nella prima parte del workshop oltre alla presentazione di alcuni strumenti digitali (Linoit, Mindomo) e delle piattaforme di condivisione più comuni come Dropbox e Google Drive) è stata anche illustrata, a grandi linee, a metodologia didattica di base per un buon laboratorio di storia, quella del Cooperative Learning; nella seconda i corsisti, divisi in gruppi, hanno avuto la possibilità di sperimentare in aula gli strumenti mostrati nella prima parte del workshop per la costruzione di un laboratorio di storia dedicato al tema dei “Sentieri della Libertà”.

Il Cooperative Learning

La prima parte del lavoro è stata dedicata alla riflessione su un aspetto importante per la riuscita di un buon laboratorio di storia, ovvero la metodologia del Cooperative Learning. Il Cooperative Learning non rappresenta un metodo didattico così innovativo (in effetti le prime elaborazioni teoriche risalgono ormai a qualche anno fa) ma oggi, nel nuovo contesto sociale ed economico che si è venuto a creare, sta acquisendo sempre più importanza. Il punto principale di questa metodologia consiste nel lavoro di gruppo per il raggiungimento di obiettivi comuni e si basa sul presupposto teorico secondo cui il sapere non si riceve in modo passivo, ma consiste nel risultato di una relazione tra un soggetto attivo e la realtà. Studi recenti hanno dimostrato che lo sviluppo cognitivo individuale aumenta con l’interazione sociale con pari e oggi le competenze di problem solving o di lavoro in team sono diventati dei requisiti fondamentali per qualunque ragazzo che si affaccia al mondo del lavoro. Questa metodologia permette dunque non solo di migliorare i risultati degli studenti e le relazioni tra di essi, ma fornisce loro gli strumenti attitudinali e psicologici utili per il futuro percorso lavorativo. Il Cooperative Learning non rappresenta l’unica metodologia che il docente può utilizzare nella costruzione di un laboratorio di storia, ma senza dubbio è quella più indicata dato che lo studente, oltre ad apprendere conoscenze di tipo storico, acquisisce anche competenze di ricerca e di orientamento nel presente.

Una slide della presentazione di Google Drive

Una slide della presentazione di Google Drive

Le modalità di cooperazione che si possono adottare all’interno di un laboratorio sono principalmente tre: la condivisione di idee, la condivisione dei materiali e la condivisione del lavoro. In tutte e tre queste tipologie di lavoro collaborativo, le tecnologie forniscono un aiuto prezioso. Se nella fase di ideazione i social network possono essere utilizzati come strumento per permettere ai ragazzi di scambiarsi idee e opinioni e programmarsi tappe e scadenze, nella fase operativa possono essere utilizzati software di archiviazione digitale on line (come Dropbox2) per la condivisione di materiali e documenti o programmi come Google Drive che, oltre a mettere a disposizione degli utenti uno spazio di archiviazione, permette agli studenti di scrivere testi o compilare file in modo collaborativo. Il Cooperative Learning, attraverso l’utilizzo di strumenti digitali si presenta quindi “come un metodo ideale per creare strutture cognitive di ordine superiore, spirito di gruppo e di squadra oltre che di coscienza democratica”3.

Risorse web open source

Durante la prima fase del workshop sono stati anche presentati nel dettaglio alcuni programmi web open source molto utili nella creazione di mappe mentali e/o concettuali4. Le mappe rappresentano degli strumenti didattici molto utili per facilitare l’apprendimento, specie nei soggetti con difficoltà o bisogni educativi speciali, ma non si deve pensare ad esse come a uno strumento straordinario ma devono entrare a far parte del bagaglio quotidiano dell’insegnante. Il primo webware analizzato insieme ai corsisti è stato Lino http://en.linoit.com , un programma on line che, dopo una registrazione gratuita, consente di creare dei boards o lavagne sulle quali raccogliere frasi, informazioni, fotografie e persino video. È possibile, sin dall’inizio, decidere se mantenere privato un certo board oppure renderlo pubblico, modificabile o di sola lettura; ed è possibile anche condividerlo con altri utenti (già registrati a Lino oppure attraverso l’invio del link tramite posta elettronica). La registrazione gratuita fornisce già tutti gli elementi necessari per l’utilizzo del programma a livello scolastico; la versione a pagamento non aggiunge caratteristiche veramente utili. Lo scopo principale di Lino è dunque quello di raccogliere le informazioni e ordinarle; per questo motivo, grazie alla funzione drag and drop (trascinare un oggetto evidenziato e rilasciarlo in un’altra posizione) è particolarmente efficace se utilizzato mediante la lim, che consente anche agli studenti di spostare fisicamente i post da un luogo all’altro della lavagna. Dopo una prima fase di raccolta delle informazioni, il lavoro può essere utilizzato per costruire mappe semplici o complesse, utili per produrre un testo o una presentazione (in questo caso un’attenta scrittura dei post consente di aver già compilati i testi delle slides).

Una slide della presentazione di Linoit

Una slide della presentazione di Linoit

Accanto a Lino, nella prima parte del laboratorio è stato analizzato un altro strumento digitale open source: Mindomo (https://www.mindomo.com/it), un webware accessibile direttamente da Google attraverso le sue applicazioni e che permette agli utenti di costruire mappe mentali o mappe concettuali semplificate. Anche Mindomo richiede una registrazione iniziale, oppure un account Google già attivo. Il programma, oltre a consentire agli utenti di costruire una propria mappa, propone mappe esemplificative, pensate per la scuola: a differenza di Lino, Mindomo ha una spiccata connotazione didattica. Sfortunatamente, la versione gratuita del programma ha alcune limitazioni importanti: consente di costruire un massimo di tre mappe, ha una sola opzione di salvataggio e non permette di condividere le mappe. Tutte queste sono opzioni premium e richiedono l’acquisto di uno dei piani tariffari proposti.

La sperimentazione

Nella seconda parte del laboratorio i corsisti hanno avuto la possibilità di sperimentare praticamente le metodologie e gli strumenti illustrati nella prima fase del workshop. Proprio come prevede la metodologia del Cooperative Learning, i docenti sono stati divisi in piccoli gruppi e sono stati consegnati loro alcuni materiali e documenti relativi a due Sentieri della Libertà piemontesi: il sentiero dell’Alpe Fej di Rossa (VC) e il Sentiero della Canzone della Benedicta (AL). A partire dai documenti consegnati, i corsisti hanno progettato alcuni possibili laboratori di storia ispirandosi a quello presentato da Emanuela Gagnor, docente della scuola media di Sant’Antonino di Susa (TO), ideato durante la partecipazione al seminario Tic e Shoah 2014/2015 realizzato dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Torino.

Nella discussione finale di ogni sessione di laboratorio sono emerse idee, progetti e riflessioni molto utili e stimolanti e che hanno arricchito quanto mostrato nella prima parte del workshop. Nonostante le prime difficoltà tecniche e le iniziali perplessità, il laboratorio è stato apprezzato soprattutto per la sua impostazione e per la possibilità che è stata data ai corsisti di “provare con mano” gli strumenti che erano stati mostrati solo teoricamente. La speranza è quella di aver arricchito il bagaglio nei docenti che hanno partecipato.

I materiali utilizzati per il workshop sono reperibili ai seguenti link:

Il laboratorio è stato curato dall’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria “Carlo Gilardenghi” (Isral) e dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia (Isrsc Bi-Vc) .

Tutor: Antonella Ferraris, Elisa Malvestito

 


Note:

1 Il progetto si inseriva all’interno del più ampio lavoro “Memoria delle Alpi” avviato nel 2001 dal Consiglio Regionale del Piemonte, dal Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione della Resistenza e dei principi della Costituzione, dagli Istituti della Resistenza piemontesi e dal CIE e consisteva nella valorizzazione e divulgazione di alcuni itinerari e percorsi naturalistici legati alla Seconda Guerra Mondiale, i “Sentieri della Libertà”.

2 Le più aggiornate versioni di Dropbox al momento della presente stesura [fine 2015] permettono anch’esse di compilare file in modo collaborativo

3 G. Chiari, Educazione interculturale e apprendimento cooperativo: teoria e pratica della educazione tra pari, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Trento, 2011, p. 16.

4 Per un approfondimento sulla differenza tra “mappa mentale” e “mappa concettuale” si veda la presentazione di Patrizia Vajola scaricabile al seguente link: www.bibliolab.it/Mappe_ROBILANTE.ppt.

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Dati articolo

Autore: and
Titolo: La storia sul territorio: l’esperienza dei “Sentieri della Libertà”. Training su strumenti web open source
DOI: 10.12977/nov93
Parole chiave: , , , , , ,
Numero della rivista: n. 5, dicembre 2015
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
and , La storia sul territorio: l’esperienza dei “Sentieri della Libertà”. Training su strumenti web open source, Novecento.org, n. 5, dicembre 2015. DOI: 10.12977/nov93

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