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Tra Chicago e Castelfiorentino: un piccolo grande Primo Maggio del 1891

Tra Chicago e Castelfiorentino: un piccolo grande Primo Maggio del 1891

1° maggio

Un primo maggio piccolo piccolo è l’articolo di Simonetta Soldani, già docente di storia contemporanea all’Università di Firenze e autrice di numerosi studi che spaziano tra XIX e XX secolo, che Novecento.org propone ai suoi lettori non solo e non tanto per la conoscenza di una pagina di storia delle classi lavoratrici e delle loro prime espressioni organizzate ma anche come punto di partenza per un possibile lavoro didattico.

Uscito nel marzo 1993, l’articolo sembra pensato per far capire i tanti intrecci tra micro e macro storia attraverso l’analisi appassionata e insieme sottile e accurata di un documento apparentemente “umile” che la storica fiorentina compie con grande maestria esegetica: il testo, sotto riportato, del manifesto di convocazione per la celebrazione della Festa internazionale dei lavoratori, il 1° maggio del 1891, nella zona di Castelfiorentino.

Operai!

Il 1° Maggio che si avvicina a gran passi, segna la seconda manifestazione ed affermazione che, per la sua universalità,non ha riscontro nella storia: manifestazione ed affermazione dei diritti dei Lavoratori che stanchi di veder questi conculcati, manomessi, disconosciuti, si levano in tutto il mondo a far sentire la propria voce.

Noi nati in un Paese civile, Noi che conosciamo i nostri doveri, vogliamo conquistare tutti i nostri diritti ed unirci, perché una buona volta siamo trattati da Fratelli da coloro che ci hanno finora chiamati tali a parole e non a fatti.

Colla convinzione profonda che la nostra idea trovi una eco simpatica fra tutti i Lavoratori del nostro Paese, ci siamo costituiti in comitato per far sì che la compartecipazione nostra alla mondiale manifestazione riesca seria, solenne degna dell’importanza somma che il fatto richiede.

Per lo stato miserrimo in cui ci troviamo noi operai, non possiamo che far cose modestissime. Basterà solo di riunirci in un familiare e fraterno Banchetto per affermare i nostri diritti e per far conoscere se per caso vi fossero ancora degli operai che non lo sapessero, quello che abbiamo da chiedere alla società.

È tempo che da buoni Cittadini, da Operai che senza venir meno ai nostri doveri, ci premuniamo contro le cattive condizioni economiche presenti che tendono sempre più a peggiorare la nostra già triste condizione.

Noi soli possiamo colla solidarietà, colla serietà dei propositi e col lavoro, salvare noi stessi!

Fratelli Operai!

Non con sfoggio di frasi vi invitiamo ad unire i vostri cuori ai nostri, nella prossima solennità del 1 ° Maggio, festa

esclusiva per gli Operai.

Ricordiamoci che l ’UNIONE FA LA FORZA e che noi soli possiamo esser gli avvocati unici e competenti a difendere

energicamente la nostra causa. Se vogliamo ottenere ciò che per giustizia ci è dovuto, uniamoci agli Operai

di tutto il mondo e la nostra sarà una causa vinta!

Castelfiorentino, li 19 Aprile 1891

Il Comitato

Castucci Guido, Tipografo

Zanini Demetrio, Fabbro-ferrajo

Casini Remigio, Muratore

Maffei Gabriello, Calzolaio

Tafi Remigio, Carradore

Rufignani Tito, Pastaio

Mori Elia, Fabbricante fiammiferi

Innocenti Benedetto, Falegname

Boscherini Vincenzo, Falegname

Valentini Giovanni, Conciapelli

Verdiani Vittorio, Refinitore

Comune di 10000 abitanti nel cuore della Valdelsa, Castelfiorentino (provincia di Firenze) era alla fine del XIX secolo un’area allora contraddistinta dalla diffusione della mezzadria e in procinto di diventare uno degli insediamenti più rappresentativi della cosiddetta “Toscana rossa”. Un testo “umile”, si diceva, come l’estrazione sociale dei suoi promotori, piccoli artigiani e operai, che si inserisce però in un contesto internazionale, nei primi febbrili anni di costruzione della prima ricorrenza, della prima festività laica del nascente movimento operaio e socialista.

 Appena due anni prima, il 20 luglio 1889, il congresso costitutivo della Seconda Internazionale, riunito a Parigi, decise che “una grande manifestazione sarebbe stata organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente i tutti i paesi e in tute le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore”. La scelta cadde sul primo Maggio dell’anno successivo, appunto per il valore simbolico che quella giornata aveva assunto in seguito all’eccidio avvenuto proprio il 1° maggio1886, quando una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Alla fine di alcuni giorni di intensa mobilitazione si contarono otto morti e numerosi feriti. Una feroce ondata repressiva si abbatté contro le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori, le cui sedi furono devastate e chiuse e i cui dirigenti vennero arrestati. Il ricordo dei “martiri di Chicago” era diventato immediatamente un simbolo di lotta per le otto ore e riviveva nella giornata ad essa dedicata: il 1 Maggio appunto.

In Italia, come negli altri Paesi, il grande successo del 1° Maggio, festa concepita come manifestazione straordinaria e unica, indusse le organizzazioni operaie e socialiste a rinnovare l’evento, dopo la prima celebrazione nel 1890, anche per il 1891 e le sue metamorfosi, a partire dalle celebrazioni clandestine durante il ventennio della dittatura fascista fino ad oggi scandiscono i mutamenti economici politici e culturali piu rilevanti della storia delle organizzazioni sindacali e politiche che si volevano genuine rappresentati degli interessi e delle aspettative delle classi lavoratrici.

Per leggere ancora

Oltre ad una vastissima bibliografia sono oggi disponibili su web vastissimi repertori di fonti iconografiche che possono utilmente servire per costruire percorsi didattici significativi. Qui mi limito, per restare in ambito toscano alla banca dati di volantini digitalizzati tratti dalle raccolte dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea Toscano accessibile, oltre che dal sito dell’ISRT, anche attraverso il portale degli istituti storici della Resistenza toscani:  http://www.toscananovecento.it/eGallery/volantini/ricerca

Per un inquadramento generale sulla nascita della tradizione del Primo Maggio rinvio ad un classico contributo di Eric Hobsbawm Il primo maggio: nascita di una ricorrenza, in Gente non comune [Uncommon people. Resistance, rebellion and jazz], Rizzoli, 2000, pp.153-171. Lo storico inglese ricostruisce qui il contesto storico-politico e culturale simbolico della genesi della festa con ampi riferimenti ai dibattiti anche laceranti all’interno del movimento socialista internazionale ma anche al suo immediato e contagioso successo.

Se è vero come notava Rosa Luxemburg che “…unico tra analoghe manifestazioni, il Primo maggio racchiude in se il ritmo mutevole della lotta proletaria, vive insieme con il movimento operaio e muta con esso, rispecchia nel suo contenuto ideale , nel suo stato d’animo, nella sua intima tensione la mutevole situazione della lotta di classe” (cit. in S.Neri Serneri Tradizione e opposizione. Il Primo Maggio durante il Fascismo, in id. Classe, partito, nazione. Alle origini della democrazia italiana 1918-1948, Lacaita, 1995, p.213) costruire percorsi didattici a partire dall’analisi guidata di singoli documenti o fonti iconografiche puo essere una chiave per affrontare la storia ormai plurisecolare del movimento operaio nel suo farsi e mutare insieme al mondo del lavoro di cui è stato ed è espressione.