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La crisi del 2008

(sintesi di Giovanni Palmieri)

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Ritaglio di Lehman Brothers Times Square by David Shankbone, Agosto 2007

Abstract

L’autore affronta i seguenti nodi problematici sulla crisi del 2008: il sistema finanziario globale; il sistema dei mutui; la crisi in Italia; come regolare la finanza? Espone inoltre sei differenze tra la crisi del 1929 e quella attuale e spiega il concetto di postdemocrazia. Chiude indicando la necessità di avere strategie di lungo periodo. Il sistema finanziario globale. Il sistema dei mutui. La crisi in Italia. Come regolare la finanza? Sei differenze tra la crisi del 1929 e quella attuale.

Indice

Questa volta è diverso?
Cinque punti problematici per spiegare la crisi

Il sistema finanziario globale

La finanza favorisce i consumi perché consente l’accesso di molti al credito e dunque, in un certo senso, diminuisce la diseguaglianza sociale. Esistono però forme degenerate di finanza come di cosiddetti futures o “derivati”. Negli anni Ottanta dell’Ottocento, quando sono nati, gli attuali derivati, chiamati anche futures, erano solo delle forme di assicurazione.
Oggi invece sono diventati delle scommesse sull’andamento di tutte le possibili variabili economiche. Si può ad esempio scommettere sul cambio euro-dollaro ad una certa data oppure sul prezzo di mercato di qualunque merce. Si tratta di una degenerazione perché questo tipo di scommesse non conosce più limiti. Inoltre sul mercato di questi prodotti finanziari si può perdere moltissimo senza quasi accorgersene.
Si è pertanto gonfiata una bolla speculativa in cui la finanza non aveva più alcun rapporto con la realtà produttiva. Dietro al vastissimo mercato dei derivati non c’è infatti ricchezza reale, ma solo puri scambi valutari.
Dopo lo scoppio della bolla speculativa qualche banca è fallita. Il rapporto, chiamato “leverage”, tra gli asset (ricchezza vera) e le debolezze (i soldi investiti) di una banca come, ad esempio, la Lehman Brothers (poi fallita) vedeva il suo asset al 60% e le sue debolezze al 40%… Un leverage decisamente troppo sbilanciato.

Il sistema dei mutui

Veniamo ora al mutuo ipotecario. I mutui sub prime sono quelli poco sicuri per le banche e cioè quelli contratti con clienti ad alto rischio. Ovviamente la banca si tutela con l’ipoteca sull’immobile. Per gestire la riscossione difficoltosa delle rate di questi mutui, le banche americane si sono affidate ad agenzie finanziarie esterne, debitamente ricompensate. Ma ricompensate nella misura del loro successo… In caso di mancata o parziale riscossione le agenzie perdevano il loro compenso. Hanno pertanto deciso di assicurarsi contro questo genere di rischi giocando ai derivati. In pratica le agenzie scommettevano, in relazione alla loro attività di riscossione, di perdere una cifra pari a quella delle rate dei mutui qualora li avessero effettivamente riscossi.
Intorno al 2007/2008 il tasso di morosità dei sub prime si impenna e molti ratei non vengono più riscossi. Inoltre nel 2008 il prezzo delle abitazioni crolla e di conseguenza le banche vedono crollare anche la loro tutela ipotecaria. Come reagiscono?
Chiedono indietro i soldi e così tutti i nodi vengono al pettine con un effetto domino. La bolla della finanza derivativa e astratta crolla. Le banche si riprendono case ormai svalutate ed entrano in crisi. La crisi poi ha un effetto domino. Come uscirne? I convegni di Basilea (a livello europeo) indetti per fissare regole e paletti alla finanza creativa, sono una buona ma ancora insufficiente risposta.

La crisi in Italia

In Italia, come si sa, la crisi si è innestata sull’annoso problema di un eccesso di debito pubblico (il 127% rispetto al PIL). Inoltre oggi il rendi-mento dei buoni del tesoro è molto più basso che in passato. Le nostre banche sono piene e appesantite da titoli di Stato e questo spiega perché esse sono meno disponibili a prestare denaro alle imprese. In conclusione in Italia e altrove la finanza non produce più ricchezza come invece dovrebbe.

Come regolare la finanza?

Oggi, in piena crisi, si dice “Regolare la finanza” e va detto che comunque gli Stati Uniti hanno fatto leggi molto all’avanguardia sul mercato dei derivati. Si tratta di regole vincolanti sul rapporto che deve esistere tra la ricchezza vera e quella “impegnata” o al giro. Tuttavia abbiamo bisogno di Global Legale Standards ancora più adeguati alla situazione.
C’è anche un ritardo da parte della politica che non sa coordinarsi a livello globale. È evidente che la regolazione dei mercati finanziari deve essere di carattere internazionale e mondiale.

Sei differenze tra la crisi del 1929 e quella attuale

a) Oggi il sistema bancario è molto più regolato rispetto a quello del 1929. Ieri infatti sono fallite più di 4000 banche e oggi solo 327;
b) Oggi, rispetto al 1929, la finanza globale è molto più espansa e molto più forte. Potrebbe mettere in crisi il bilancio degli stati nazionali;
c) A differenza di quanto accadde nel 1929 oggi durante la crisi non si vedono politiche economiche protezionistiche;
d) Rispetto al 1929 il lavoro operaio in senso stretto si è spostato: gli operai sono distribuiti percentualmente più nell’Asia orientale che in Europa. Il lavoro si è spostato;
e) Nel 1929 le banche fallirono. Oggi sono finanziate e salvate dall’intervento statale. Questo salvataggio, in mancanza di precisi Global Legale Standards, potrebbe non servire;
f) Oggi (nel 1989) abbiamo assistito alla fine del comunismo. Nel 2001 c’è stato l’attentato alle Torri gemelle e poi la guerra all’Iraq. Inoltre la Cina è uscita dalla povertà assoluta. Dunque dal punto di vista politico, la situazione è migliore rispetto a quella degli anni Trenta.

Questa volta è diverso.
Conclusioni articolate in due punti

La postdemocrazia

Cosa si intende per “postdemocrazia”? Si intende la situazione attuale in cui la politica incontra dei limiti che le sono posti dalla globalizzazione della società. In sostanza si sono ristretti gli ambiti nei quali la politica può esercitare la propria piena sovranità. È infatti chiaro che ci sono variabili globali che sfuggono al controllo dei singoli stati: parlo della finanza, del clima, delle migrazioni ecc.
Nell’attuale dimensione globale è chiaro che la politica non si è sufficientemente dotata di strumenti globali adeguati. Anche gli organismi internazionali vanno radicalmente ripensati. È necessario che gli stati nazionali accettino di perdere sovranità a favore di organismi decisionali sovranazionali. E questo per una semplice ragione: perché solo in tal mo-do anche il singolo stato può contare e incidere di più. Vi sono infatti problemi economici che hanno un carattere globale e che dunque non possono essere risolti su scala locale. In sostanza ci vuole più Unione Europea. Anche i diritti dei lavoratori sarebbe meglio tutelati su scale inter-nazionale. La politica deve dunque entrare in una nuova dimensione.

Estratto video: Il concetto di postdemocrazia

Strategie di lungo periodo

Nell’ambito della produzione di ricchezza non contano solo gli imprenditori ma conta anche il capitale umano cioè lavoratori con le loro specifiche competenze. Il problema è che abbiamo un ceto politico miope che non guarda al futuro e considera solo investimenti a breve termine.
Abbiamo invece bisogno di strategie politiche a lungo termine che in-vestano anche sulla preparazione dei nostri giovani nell’ambito del terziario avanzato. Nei lavori più umili gli immigrati saranno infatti sempre scelti per primi. Anche il Welfare State va concentrato e reso operativo non solo all’inizio e alla fine della vita lavorativa ma anche nel mezzo. Bisogna anche rendersi conto che oggi esistono molte figure professionali che hanno un rapporto intermittente col lavoro. Esiste infatti un dinamismo individuale a cui la politica deve dare sicurezze e risposte anche in termini di diritti. Inoltre si dovrebbero scegliere lavori che piacciano e che rendano felici i lavoratori.
La conclusione porta il segno della speranza nel chiedere ai politici di garantire un futuro e una felicità individuale che si identifichino final-mente con quella degli altri.

Nella foto: Lehman Brothers Times Square by David Shankbone Source=self-made Date= August 2007 Author= David Shankbone

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Dati articolo

Autore:
Titolo: La crisi del 2008
DOI: 10.12977/nov31
Parole chiave:
Numero della rivista: n. 2, giugno 2014
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
, La crisi del 2008, Novecento.org, n. 2, 2014. DOI: 10.12977/nov31

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