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Grande_guerra.web, risorse in rete per l’insegnamento della Prima guerra mondiale

Grande_guerra.web, risorse in rete per l’insegnamento della Prima guerra mondiale
Il centenario: un’occasione didattica

Insegnare la Grande guerra significa parlare di storia, ma anche di memoria e di politiche memoriali. Il centenario che si sta celebrando assume di volta in volta, a seconda del contesto, tonalità differenti: documentarie, civili, tecniche, memoriali, patriottiche o rivendicative. Da questo punto di vista esso offre, soprattutto alla scuola, una straordinaria occasione per interrogare eventi e processi all’interno di una periodizzazione lunga, con la consapevolezza di poter confidare su una storiografia matura e ricchissima, della quale la rete fornisce un’ampia disponibilità: a patto di saperla cercare.

1. La media literacy  e la storia: indicazioni di metodo

La rete può essere una cattiva maestra

Proprio per questo motivo, la rete – o meglio la galassia di materiali di storia pubblica o di didattica della storia che vi sono celati – è un ambito privilegiato di ricerca e presenta notevoli opportunità anche per lo sviluppo di quella “alfabetizzazione ai media” (media literacy) al centro di molte riflessioni sulla didattica. Ricercare in rete è il punto di partenza per insegnare a imparare e, in modo più specifico, per insegnare agli studenti a selezionare le informazioni: un’attività prioritaria per la formazione di competenze di cittadinanza nelle scuole del nuovo millennio.

La ricerca in rete è solo apparentemente facile. La pratica formalizzata del web quest[1] mostra quanto sia ingenuo pensare che basti googlare  un soggetto e copia-incollare i risultati. In Internet circolano rappresentazioni del passato di ogni tipo, senza caratteristiche evidenti di scientificità e autorevolezza; non è il caso di ripetere qui come le tradizionali gerarchie del sapere e le usuali credenziali di validazione vengano messe in discussione, ma occorre tenere presente che la domanda di storia pubblica si è ampliata costantemente e con essa l’uso pubblico della storia si è modificato nel senso della Digital Public History,[2] in particolare rispetto ai temi di forte rilevanza politica.

È stato osservato inoltre come l’idea di accedere alle informazioni direttamente e senza mediatori (giornalisti, storici, docenti, archivisti) sia legata alla convinzione che Internet offra grandi opportunità di trasparenza e di democraticità. Nella realtà si tratta di una visione che presenta forti «componenti […] ideologiche ed illusorie».[3]

Rebound e montaggio: due caratteristiche della comunicazione in rete

I docenti per primi devono essere consapevoli della forte opacità della rete. La sovrabbondanza di materiali crea ridondanza, amplificata dall’effetto rebound, ovvero dal fenomeno per il quale il contenuto viene ripreso e messo in circolazione fino a perdere il riferimento iniziale della fonte e accreditarsi in virtù della sua semplice ricorrenza. Il fenomeno ricorda più la circolazione di errori indotta in età medievale dalla copiatura di manoscritti che il guadagno scientifico di un’ultramoderna civiltà tecnologica. Siti e rimandi, elaborati dagli algoritmi dei motori di ricerca, non sono indicizzati in base alla qualità dei contenuti: tra i criteri di selezione vi sono il numero di volte in cui in una pagina compare la parola ricercata, il rilievo che i termini hanno all’interno della pagina e la popolarità di un sito o di un materiale, senza parlare dei piazzamenti ottenuti a pagamento[4]. In particolar modo, lo studente o il navigatore ingenuo «più che in un grande magazzino d’informazioni» rischia di trovarsi in «una gigantesca, infinita discarica, all’interno della quale è possibile, sappiamo con certezza, poter trovare gioielli, ma con non poca fatica, sopportando fastidi e perdite di tempo»[5].

Fondamentale deve essere, pertanto, la consapevolezza che, anche nel caso di un archivio di fonti edite, il modello di narrazione storica deriva da un montaggio: i percorsi di navigazione simulano il contatto diretto e oggettivo con i documenti, ma in realtà si attengono a una regìa che ha predefinito la selezione e la sequenza dei materiali. In questo senso, le fonti digitali sono tanto più utili e utilizzabili quanto più sono visibili le operazioni selettive e il progetto culturale ad esse sottesi.[6] Questo vale a maggior ragione per le fonti che nascono digitali: la rete, in base alla tendenza comunicativa e di condivisione dei social media, tende a privilegiare la pubblicazione di materiali senza attenzione critica, senza informazioni sull’autore, senza data, luogo e corpus documentario di provenienza. Tale approccio appiattisce ogni contenuto sulla sua ricezione nel presente, il che appare il sintomo del peculiare rapporto con il passato che pare caratterizzare la nostra epoca, aumentando le difficoltà di cogliere i sensi del passato[7].

Analizzare i siti è come “analizzare le fonti”

Da qui la necessità di strumenti per leggere e valutare i siti e gli ambienti all’interno dei quali sono pubblicati i materiali e di uno sguardo di consapevolezza critica.[8] Il lavoro di analisi dei siti coincide dunque con il lavoro di analisi delle fonti: si procede come si farebbe con la scelta di una bibliografia cartacea, ma con un’attenzione ancora maggiore per il contesto nel quale il materiale è pubblicato; prima ancora che una lettura critica delle fonti in rete è infatti necessaria la decodifica del contesto in cui queste sono inserite.

Nel caso della Grande guerra, il problema che si pone al navigatore è l’ampia offerta di materiali e di approcci che può disorientare gli utenti meno avvertiti; nell’elaborazione della programmazione didattica si tratta quindi di capire quali fonti, narrazioni e sguardi reperibili in rete si ritengano più adatti al lavoro che si vuole svolgere con gli studenti, al fine di scegliere le risorse più idonee al percorso progettato. Quella che segue è una rassegna di siti, organizzati per tipologie, che non intende essere esaustiva ma solo propositiva di quanto di interessante e utile si possa trovare facilmente in lingua italiana e inglese. L’analisi ha preso in considerazione principalmente i seguenti parametri, relativi all’utilizzo dei siti a scopo didattico:

  • l’accuratezza delle informazioni
  • la ricchezza dei contenuti,
  • la consultabilità
  • la fruibilità delle pagine
  • l’originalità dell’approccio narrativo.

2. I siti da esplorare

Le enciclopedie

Le potenzialità ipertestuali e multimediali che dischiude la rete, ne fanno un terreno fertile per lo sviluppo di contenitori a carattere enciclopedico. I cosiddetti portali o piattaforme consentono di strutturare organismi tematici complessi, costruiti su diversi livelli di approfondimento e su molteplici codici narrativi.

http://www.lagrandeguerrapiu100.it
Il portale si colloca tra quanto di più interessante offra la rete dal punto di vista didattico: le potenzialità multimediali del web sono sfruttate appieno, i contenuti sono storiograficamente corretti e validati, le chiavi di lettura che vengono fornite possono servire per costruire autonomamente percorsi di approfondimento, non solo da parte degli insegnanti, ma anche da parte degli studenti, che possono apprezzarne la struttura dinamica e la grafica accattivante. Organizzato intorno alla struttura fondamentale del calendario e su uscite e programmazione periodiche, il progetto ha uno sviluppo tematico e cronologico che privilegia l’asse visivo, con la presenza di infografiche ben costruite, di illustrazioni originali di impatto e in generale di scelte iconografiche capaci di svincolarsi dalla ripetitività tipica del web. I percorsi di approfondimento suggeriti invitano a uscire dalla rete per affidarsi a una ricca e non scontata bibliografia.

http://www.centoannigrandeguerra.it/index.html
Spiace constatare ad oggi (gennaio 2017) che un altro ottimo portale dello stesso tipo risulti offline e inaccessibile: era complementare al precedente ma non ad esso sovrapponibile per il taglio tematico centrato sulla storia sociale e su linguaggi e codici della rappresentazione narrativa, nonché per un uso più esteso delle risorse multimediali. In particolare, spiace molto per la perdita della rivista digitale «Questa non è la solita storia», che tracciava percorsi di sicuro interesse didattico capaci di unire alla narrazione diacronica del passato uno sguardo sincronico, agganciato all’attualità ma non attualizzante. L’infelice destino del progetto è un esempio del problema che affligge ogni produzione digitale: la fragilità di un’esistenza legata alla precisa volontà di conservazione, spesso delegata all’inerzia del supporto o al caso.

http://www.lagrandeguerra.net
È il tipico sito a carattere ipertestuale – non di ultima generazione – portatore di una visione enciclopedica, o meglio wikipedica, che, senza riferimento alla storiografia accademica, pesca da una letteratura che va dal reducistico al cimelistico passando per la storia militare di ispirazione patriottica. I contenuti sono per lo più corretti e la tendenza all’esposizione fattuale evita ogni terreno interpretativo. Del resto, l’intento dell’autore e curatore del portale appare più mirato alla divulgazione di saperi consolidati che non al dialogo con l’ambito della ricerca.

http://www.grandeguerra.rai.it/webdocElenco.aspx
Si tratta dell’indice navigabile dei video prodotti dalla Rai per un programma sulla Grande guerra condotto da Carlo Lucarelli. In modo sintetico, ma curato, i video affrontano vari temi monografici connessi con l’evento bellico. Il corredo documentario e bibliografico, senza pretese di originalità, è utile nella misura in cui aiuta a instaurare una prima relazione con le fonti del racconto. La presenza di storici di vaglia rassicura gli insegnanti sull’affidabilità dell’operazione e dei contenuti.

http://www.fondazionefeltrinelli.it/lagrandetrasformazione/
Il progetto della Fondazione Feltrinelli si presenta innovativo sia per i modi e i metodi del racconto storico, sia sotto il profilo didattico. Consta di sei percorsi tematici e promuove la costruzione di history map, ovvero di mappature concettuali di eventi del passato attraverso l’integrazione di diverse fonti e forme di narrazione. Il tutto risulta di grande interesse, con una davvero promettente dichiarazione d’intenti considerato che, al momento in cui si scrive, i contenuti caricati sono ancora poco numerosi.

http://www.centenario1914-1918.it
Si tratta del sito istituzionale della struttura di missione governativa incaricata delle celebrazioni del centenario della Grande guerra. L’attenzione per la memoria e l’educazione civica sembra prevalere sulla storia. La parte effettivamente storica si trova nella sezione Conoscere la guerra: imperniata su una cronologia che giorno per giorno si rifà agli avvenimenti di 100 anni prima; la sezione è corredata da una mappa per la geo-localizzazione dei monumenti e dei teatri del conflitto e da schede di approfondimento testuali. Il taglio didattico dei contenuti storici è prevalente e rende questo portale un punto di osservazione molto interessante sul complesso delle dinamiche pubbliche attivate in relazione alla narrazione di questo passato rivolta alle scuole. Le schede contengono informazioni interessanti, ma non sono interrogabili per ricerche mirate (il che comunque non ne diminuisce l’utilità).

http://www.firstworldwar.com (in inglese)
Sintetico e di facile navigazione, anche se non particolarmente innovativo dal punto di vista della fruizione, offre un’utile orientamento generale sul fenomeno per la ricchezza dei contenuti. Contiene una cronologia, un’enciclopedia e numerose schede tematiche, che, pur senza particolare spunti per l’approfondimento, aprono a vaste possibilità di mappatura della guerra in tutti i suoi aspetti.

http://www.1914-1918-online.net (in inglese)
Il sito è il risultato di un’operazione internazionale di ambiente accademico sulla Grande guerra, con contributi che coprono un ampio arco tematico e danno grande attenzione a una prospettiva propriamente mondiale del fenomeno. Offre un vasto corredo iconografico e cartografico unito a una ricca cronologia. Risulta molto utile per gli insegnanti, anche se il confronto con le lunghe pagine in inglese – lunghe relativamente alla lettura su supporto digitale –  rischia di renderlo più problematico per gli studenti.

http://www.worldwarone.it (in inglese anche se incentrato sull’Italia)
Merita una segnalazione per il continuo aggiornamento sulle iniziative scientifiche, divulgative, espositive, ecc. che riguardano la Grande guerra, in particolare in Italia ma anche nel resto d’Europa. Da uno dei menù (quello alla destra della pagina web) è possibile una rapida navigazione nelle risorse e una lunga lista di link permette molteplici possibilità di approfondimento.

 Gli Archivi e le fonti

Per chi desideri costruire autonomamente il proprio racconto sulla guerra o accedere alle narrazioni coeve, esistono diversi giacimenti documentari di grande interesse a cui attingere. Le funzioni di ricerca e quelle descrittive non sono sempre user friendly o efficaci, ma i materiali con cui si entra in contatto sono spesso di notevole valore didattico.

http://www.europeana1914-1918.eu/it
Questo ricchissimo portale raccoglie la digitalizzazione di documenti di ogni genere, dagli opuscoli di propaganda conservati dalle biblioteche alle collezioni fotografiche degli archivi, ai tanti cimeli privati usciti dalle soffitte e censiti durante i numerosi collection day organizzati sul territorio. L’operazione è interessante, anche non è sempre utile a fini didattici. I tag tematici rinviano a risultati sovrabbondanti e anche la ricerca per parole chiave spesso è troppo poco selettiva. Materiali interessanti non mancano, ma risulta difficile operare ricerche mirate.

http://www.14-18.it
Meglio strutturato e sicuramente più navigabile del progetto internazionale, lo sviluppo italiano di Europeana non è sempre esauriente nella descrizione archivistica. Raccoglie materiale digitalizzato proveniente da importanti istituti di conservazione (quali ad esempio il Museo centrale del Risorgimento, la Biblioteca di storia moderna e contemporanea, la Biblioteca Alessandrina), di diverse tipologie, dalle fotografie alle illustrazioni, dagli opuscoli ai periodici. Resta un punto di riferimento imprescindibile per chi voglia confrontarsi con le fonti italiane, ma non solo, della Grande guerra.

http://espresso.repubblica.it/grandeguerra/index.php
Questo portale promosso da “L’Espresso” raccoglie brani di diari o lettere conservati presso l’archivio diaristico nazionale di Pieve di Santo Stefano. Promuove un’esperienza immersiva, come a volersi  calare nelle trincee tra i soldati per rivivere l’esperienza della guerra filtrata dai loro ricordi e dalle loro parole. Peccato che i brani siano preventivamente selezionati; ne consegue l’impossibilità di accedere a una versione integrale, o anche solo più ampia, delle fonti pubblicate; tuttavia le scelte operate sono molto rappresentative delle tante implicazioni della guerra vissuta. La facilità di lettura, di consultazione e di ricerca lo rendono uno strumento di sicuro interesse per studenti e insegnanti.

http://ateneogrigioverde.piwigo.com/index?/categories
Il portale è curato dall’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo, che con il progetto Fammi memoria ha chiamato la cittadinanza a togliere cimeli e ricordi della Grande guerra dai cassetti. Vi sono riproduzioni digitali di fotografie, lettere, diari, oggetti vari. La navigazione per soggetto produttore e la ricerca per tag o parola chiave (sono contemplate le parole della descrizione dell’oggetto, se c’è) non sono sempre efficaci, ma l’offerta è molto ricca.

http://badigit.comune.bologna.it/ilrestodelcarlino/index.html
Nato come iniziativa de «Il Resto del Carlino» di Bologna in collaborazione con la Biblioteca dell’Archiginnasio, il portale pubblica quotidianamente il numero di cent’anni prima del quotidiano locale, dando risalto a ciò che succedeva sui fronti di guerra. C’è inoltre una sezione dedicata ai giornali illustrati e un’altra alla raccolta coeva (cartoline, periodici, opuscoli di propaganda) riguardante la guerra, curata dalla Biblioteca.

http://www.archiviomemoriagrandeguerra.it/
Nel sito, a cura dalla Biblioteca di Vittorio Veneto, è possibile fruire della digitalizzazione di documenti donati da alcuni cittadini, soprattutto corrispondenza e fotografie. La ricerca non è sempre efficace, ma gli oggetti sono descritti in modo esaustivo.

http://fotografiaprimaguerramondiale.blogspot.it
L’autore e curatore di questo blog è un appassionato attento: l’utilizzo delle fonti è meditato e anche se la progettazione digitale non è tra le più avveniristiche e funzionali – in particolare, la struttura a diario non aiuta a orientarsi tra i contenuti – i post pubblicati sono spesso molto interessanti. Di grande utilità per gli insegnanti che vogliano strutturare percorsi didattici incentrati sulla fotografia.

http://www.artegrandeguerra.it
Questo portale presenta una tipologia di fonti peculiare, come disegni, dipinti, bozzetti prodotti da soldati/artisti della Grande guerra, spesso del tutto assente nelle altre raccolte di risorse: in questo senso, anche se la struttura risulta un po’ datata, il sito appare di una certa utilità e merita di essere segnalato.

N.B.: L’ultima consultazione dei siti è avvenuta nel gennaio 2017.


Note:

[1] http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1505; http://www.bibliolab.it/webquest.htm

[2]http://sergenoiret.blogspot.it/; https://www.novecento.org/dossier/la-storia-nellera-digitale/serge-noiret/ ; http://www.academia.edu/230580/_Public_History_e_Storia_Pubblica_nella_Rete

[3] Vitali S., Passato digitale. Le fonti dello storico nell’era del computer, Bruno Mondadori, Milano 2004, pp. 93-94. Per un più ampio approfondimento si veda il recente lavoro di F. Chiusi, Critica della democrazia digitale, Codice, Torino 2014.

[4]  Vitali S., Passato digitale, cit. pp. 89-90.

[5] Minuti R., Internet per la didattica e la ricerca storica, intervento al Convegno Sissco 2003, http://wp.sissco.it/download/pubblicazioni/Minuti.pdf

[6] Vitali S., Passato digitale, cit., pp. 117-120 (sugli archivi inventati) e p. 107; Il web e gli studi storici, a cura di Minuti R., Carocci, Roma 2015.

[7] Nella vasta bibliografia si veda: Hartog F., Regimi di storicità, Sellerio, ed. it Palermo 2007; Reynolds S., Retromania. Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato, ed. it. Isbn, Milano 2011.

[8] Si veda sull’argomento la scheda di analisi dei siti proposta in La storia a(l) tempo di internet. Indagine sui siti di storia contemporanea 2001, a cura di Criscione A., Noiret S., Spagnolo C., Vitali S., Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, Pàtron, Bologna 2004. Fondamentali sono la data di realizzazione e dell’ultimo aggiornamento, i soggetti responsabili, gli enti proponenti, gli editori, gli ospitanti; le finalità del sito e il pubblico a cui si rivolge; il richiamo esplicito o implicito a tesi storiografiche definite o al senso comune storico.