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Apprendere la storia nei bunker

Apprendere la storia nei bunker
I bunker Breda di Bresso

I rifugi antiaerei della V sezione della Breda, all’interno del Parco Nord, rappresentano un simbolo ed il luogo ideale per costruire una narrazione dei grandi eventi che hanno fatto la storia di Milano e della nostra nazione dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi. La loro collocazione all’interno del Parco permette di lavorare sulle mutazioni identitarie legate alla trasformazione della città e del territorio, utilizzando la tradizione (e la sua narrazione orale) come supporto per assicurare alle generazioni future la trasmissione del valore storico e culturale di un patrimonio in cui la materialità – le strutture dei bunker – restituiscono forza ad un’immaterialità – le memorie, che rischierebbero di apparire sempre più lontane.

Il progetto e il recupero

Nel 2009 Ecomuseo Urbano Metropolitano Milano Nord (Eumm) ha potuto avviare, in collaborazione con lo stesso Ente Parco e grazie al contributo di Fondazione Nord Milano e di Regione Lombardia, un nuovo e importante progetto all’interno di alcuni tratti di bunker dell’ex fabbrica Breda, legati alla V Sezione Aeronautica, rimasti come testimonianza in un’area ipogea nel settore est di Parco Nord.

L’obiettivo della valorizzazione dei rifugi antiaerei era ed è duplice: da un lato, il recupero dell’identità storica e culturale di un’epoca specifica dello sviluppo industriale nell’area del Nord Milano; dall’altro, la sperimentazione di sistemi innovativi di fruizione del patrimonio culturale capaci di creare consapevolezza, costruire nuove interpretazioni del presente e stimolare il pubblico tramite la condivisione diretta dell’esperienza. La sfida – è così che la si potrebbe guardare – è quella di leggere il presente attraverso il passato, trovando nei cittadini non solo i destinatari delle proposte culturali, ma rendendoli protagonisti di un percorso di tutela e valorizzazione[1].

Nel corso degli anni si è cercato di coinvolgere attivamente i partecipanti, secondo una logica circolare di restituzione e di nascita di nuove narrazioni ed elaborazioni. Si sono organizzati eventi, installazioni artistiche e multimediali, performance, proiezioni di filmati, esposizioni fotografiche, incontri e visite con cittadini che vissero il periodo di industrializzazione milanese, le lotte di Liberazione e i fatti legati al movimento di resistenza al nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale, la riqualificazione dell’area con la nascita del Parco Nord negli anni Settanta.

L’evoluzione degli allestimenti e della fruizione da parte degli utenti

In una prima fase, dal 2009, il percorso all’interno dei rifugi antiaerei Breda si presentava come molto dinamico, per la natura degli spazi ancora “provvisoria” e non completamente allestita. Dal 2014 il progetto si è rafforzato e consolidato, grazie ai finanziamenti ricevuti e, soprattutto, al crescente interesse del pubblico cittadino, modificando in parte anche il modello organizzativo. Le aperture al pubblico sono divenute mensili, andando così a rispondere a un “bisogno di narrazioni”, fruendo anche della facilitazione logistica data da un allestimento ormai permanente di alcuni dei bracci che compongono la struttura dei bunker. Ognuno di questi bracci è caratterizzato da un elemento: sonoro, video, immagini, che attiva una dimensione emozionale, oltre che di conoscenza. Nel tardo 2017, infine, c’è stato un nuovo passaggio con il perfezionamento degli allestimenti.

Il percorso espositivo

Una bomba ricamata all’uncinetto in dimensioni reali accoglie il visitatore all’inizio della sua esperienza. Si tratta di un’opera d’arte sociale promossa dall’artista Laura Morelli per il progetto “Bunker” realizzata dalle donne che hanno avuto vittime a seguito del bombardamento della fabbrica Dalmine.

Allestimento permanente nel Bunker: la bomba all’uncinetto di Laura Morelli

La prima sala segna il salto temporale dall’oggi al periodo della Seconda Guerra Mondiale, nonché la discesa nei bunker. L’idea è di creare un ambiente suggestivo, di forte impatto emotivo che immerga il pubblico in una particolare atmosfera. Il tempo sospeso e l’economia negli stimoli sensoriali concentra l’attenzione del visitatore sulle sensazioni date dall’ambiente fisico dei bunker. Si costruisce una scenografia sonora a partire da suoni concreti, puntuali ed in forma di fasce sonore: bombe che scoppiano, rumore di aerei, sirene ecc. L’ambiente è avvolto nel buio, illuminato da luci che segnalano il percorso lasciando al visitatore la possibilità di immergersi in un percorso emotivo.

Proiezione di video sul tema dei genocidi a cura dei ragazzi del Servizio Civile

Nella seconda sala l’allestimento prevede delle panche sulle quali il pubblico sperimenta la sensazione della permanenza nei rifugi e la vicinanza con il prossimo, come ai tempi dei bombardamenti. Grazie alla proiezione di contributi audiovisuali selezionati per la specifica tipologia di pubblico presente nei rifugi, i visitatori hanno modo di immergersi nell’atmosfera del tempo.

Performance teatrale della compagnia di Sesto San Giovanni Il Camaleonte in occasione della commemorazione del 25 aprile 2015

La terza tappa è stata realizzata mostrando l’evoluzione del grande sviluppo industriale del nord Milano dal dopoguerra fino agli anni ’70, che ha consentito la costruzione dell’identità operaia e del paesaggio simbolico del Nord Milano. Grazie a delle linee del tempo simbolicamente poste dove un tempo risiedevano le panche sulle quali ritrovavano rifugio gli operai stessi, vengono ripercorse le tappe storiche principali.

Al fine di rendere più funzionale, non solo da un punto di vista organizzativo e gestionale ma, soprattutto, dal punto di vista della condivisione dei saperi e della preparazione scientifica del personale che vi opera, Ecomuseo Urbano Metropolitano Milano Nord coinvolge i volontari del Servizio Civile di Parco Nord, che, a seguito di momenti di formazione, riflettono sui temi della violenza, della guerra, delle dittature. Tale percorso di acquisizione di conoscenze trova una sua maturazione e restituzione tramite la realizzazione di un contributo, generalmente in forma di mostra temporanea, che viene installato in una parte dedicata del rifugio sotterraneo. Per esempio,

nel quarto braccio dei bunker è tutt’ora ospitata un’installazione creata dai ragazzi del servizio civile, con fotografie d’archivio che, messe a confronto con immagini del presente pongono l’attenzione su quelle tracce ancora riconoscibili all’interno del parco che sono portatrici di memorie e testimoniano le trasformazioni territoriali che hanno portato dalla dismissione della Breda all’attuale conversione in luogo naturale.

Una scolaresca visita i bunker

Un nuovo progetto di Ecomuseo, ritenuto da Fondazione Nord Milano meritorio di un contributo, nel corso del 2017 ha permesso a questi ultimi ambienti di essere arricchiti di elementi allestitivi permanenti che ne completano il percorso, inserendolo nella dimensione del contesto paesaggistico circostante, risolvendo così la visita in una simbolica sensazione di pace ritrovata, così come nel mondo occidentale dopo il 1945.

Soddisfare il bisogno di storia

Al fine di perseguire gli obiettivi di valorizzazione e condivisione degli elementi cardine della nostra storia, Eumm prosegue il processo di sensibilizzazione e conoscenza di una parte del passato dell’area del Nord Milano attraverso un calendario di visite guidate, laboratori per scuole e famiglie, spettacoli teatrali.

Ogni incontro si pone come momento di riflessione dal forte impatto emotivo per i visitatori che, a seconda dell’età, assumono un diverso atteggiamento di ricezione di quanto vissuto, sperimentato e raccontato all’interno dei rifugi antiaerei. Spesso risulta naturale la condivisione e la creazione di un dialogo allargato sulle tematiche della guerra e della vita in fabbrica, che si avvia durante l’esperienza in loco e che prosegue a distanza, attraverso contatti successivi, progetti scolastici o canali di comunicazione di natura social. Ciascuna storia ne crea una più grande, che evolve dal passato verso il presente e il futuro, attraverso una visione più sensibile e azioni volte al cambiamento.

Riflettere sul passato per rafforzare i legami sociali nel presente

Uno degli obiettivi che si vuole perseguire è infatti quello di tenere ben teso e visibile il legame che connette la storia della seconda guerra mondiale con quella della realtà milanese (in special modo quella del Nord Milano), cuore pulsante della produzione industriale del paese durante il periodo bellico.

La riflessione sul passato e sulla storia locale diventa così uno stimolo per rafforzare i legami sociali, la consapevolezza e la crescita collettiva della popolazione, facendo sì che la condivisione della memoria e delle tradizioni di una comunità diventino garanzia di autenticità e opportunità di avvicinamento alla vita quotidiana.

La collocazione dei bunker all’interno del Parco Nord, paradigma emblematico delle trasformazioni territoriali urbane, permette inoltre di lavorare al contempo su nuove possibili interpretazioni identitarie della città metropolitana (Milano e i comuni dell’hinterland dell’immediato nord del capoluogo che partecipano alla gestione del Parco Nord), utilizzando la tradizione come supporto per comprendere il presente e costruire il futuro.

L’approccio narrativo e antropologico proposto da Ecomuseo diventa un’importante metodologia da applicare per l’attivazione di un processo di promozione del territorio, dove il fine ultimo è quello di fruire del patrimonio locale attraverso l’esperienza. I visitatori si calano in un ambiente suggestivo che offre la possibilità di cogliere lo spirito dell’epoca e le emozioni vissute dai protagonisti del tempo.

Un’azione didattica flessibile e modulabile

Per garantire una fruizione più completa, Ecomuseo progetta specifiche attività didattiche laboratoriali che si articolano in proposte rivolte ad un pubblico differenziato, a partire dai bambini della scuola primaria sino ad arrivare agli adulti. I percorsi didattici accompagnano i ragazzi alla riflessione sulla tematica del conflitto, grazie all’opportunità offerta dal luogo di affrontare, in modo diretto, un argomento storico in un contesto realistico.

L’apprendimento viene facilitato e motivato attraverso la partecipazione attiva innescata da un tipo di visita che propone il coinvolgimento degli ospiti, accompagnandoli attraverso stimoli sia di visualizzazione che di ascolto; grazie alla vasta differenziazione del pubblico è possibile variare la metodologia di lavoro, cambiando i media comunicativi, che aiutano nella trasmissione dei valori e dei momenti storici.

Al fine di consentire il coinvolgimento dell’esperienza anche a un pubblico di giovani in formazione, quali i bambini della scuola primaria, Ecomuseo propone come metodologia di trasferimento della conoscenza dei percorsi che mirano principalmente al coinvolgimento emotivo.

L’allestimento del bunker stesso convoglia il pubblico in questa direzione e nell’ambito della didattica laboratoriale le fonti storiche hanno la funzione di creare un processo di identificazione suggerendo un confronto empatico tra le vite dei bambini dell’epoca e quelli della nostra contemporaneità.

Anche all’interno del bunker, per seguire questa linea emotiva di apprendimento, si è ricreata una discesa nel rifugio come se fosse realmente determinata dal suono di un allarme di allerta bombardamento: grazie al forte impatto emotivo dato dal luogo e all’abilità narrativa delle guide, i bambini vivono attraverso gli elementi materiali di una realtà simulata le necessità di quei momenti. Il momento dell’immersione emotiva funge quindi da innesco per una riflessione più ampia che viene condotta o in loco o presso l’istituto scolastico. Infatti, i percorsi di approfondimento, che sempre si abbinano all’esperienza di visita al bunker, possono essere sostituiti anche con degli incontri che vengono tenuti nelle singole istituzioni scolastiche, in modo da offrire un supporto alla didattica d’aula.

Allestimento permanente nel Bunker: la segnaletica

Dall’aula al bunker

Gli incontri presso le scuole avvengono con modalità frontale, condotti da operatori di Ecomuseo che, per l’occasione, vengono affiancati da un testimone che contribuisce al percorso con una narrazione in prima persona dei suoi ricordi dell’epoca della guerra. Gli insegnanti hanno la possibilità di scegliere tra i diversi percorsi di approfondimento proposti, in base alle proprie esigenze formative, e concordano con Ecomuseo il tipo di percorso più idoneo.

Prima della visita ai Bunker con una classe di liceo: Giuseppe Pirovano racconta

È preferibile che i ragazzi arrivino all’incontro con una base di preparazione relativa alla seconda guerra mondiale già assodata ma è possibile richiedere invece l’incontro proprio per introdurre l’argomento e continuare l’approfondimento durante le ore d’insegnamento della disciplina storica in classe. Le informazioni storiche riguardanti lo scenario locale del periodo bellico vengono arricchite grazie alla narrazione di un testimone privilegiato, col quale i ragazzi possono interagire ponendo domande o costruendo una sorta d’intervista, che diventa così un contesto in cui lo scambio intergenerazionale è attivatore di processi di accrescimento di autostima nell’uno e di apprendimento esperienziale ed empatico negli altri.

Alla visita guidata all’interno del bunker si affianca così in un secondo momento una riflessione condivisa, si vive uno scambio di domande e risposte tra le donne e gli uomini che nella loro infanzia hanno vissuto l’esperienza della guerra; oppure tra coloro che l’hanno vissuta (i testimoni, i nonni) e coloro che per ragioni anagrafiche, sono cresciuti in tempo di pace.

Consolidare l’esperienza: l’uso dei video

Non sempre è però possibile trasmettere i saperi in presenza di una testimonianza diretta: per questo motivo Ecomuseo propone il racconto della guerra tramite il linguaggio del video utilizzato come medium per condividere e trasmettere un racconto che altrimenti andrebbe perduto nelle generazioni seguenti. In questo modo viene garantita la conservazione della memoria in un formato durevole e che permette di dare voce viva e vera al passato.

Le video-testimonianze vengono accompagnate in un secondo momento da immagini, informazioni e racconti, per poter lavorare insieme sul concetto di fonte storica. In questo caso lo sguardo viene rivolto alle strategie comunicative scelte in periodo bellico: comunicati radio, stampe e manifesti dell’epoca ci mostrano come allora veniva trasmessa la guerra alla popolazione, e quale grafica, quale messaggio venivano utilizzati.

Scheda didattica riguardante la segnaletica dei rifugi ancora presente sui muri delle case di Milano

Consolidare l’esperienza: l’uso dei documenti

A partire da stralci di testi presi da giornali dell’epoca i ragazzi vengono stimolati a riflettere su come gli stessi fatti possano essere letti da punti di vista completamente diversi, ponendo l’attenzione nei confronti della lettura delle fonti in modo critico.

La comunicazione scritta viene accompagnata da quella visiva nell’ambito della lettura grafica dei manifesti di propaganda analizzando e invitando a comprendere il ruolo cruciale del linguaggio pubblicitario e divulgativo della storia. Questo percorso prevede un’attività laboratoriale accompagnata da schede didattiche: i ragazzi vengono coinvolti in un lavoro di gruppo finalizzato a consolidare l’apprendimento avvenuto durante il percorso e a offrire loro strumenti che possano portarli a sviluppare capacità critiche rispetto alla lettura di immagini propagandistiche dell’epoca, con un rimando a quelle odierne. Le schede didattiche vengono lasciate agli insegnanti, per poter proseguire in modo autonomo il lavoro iniziato durante l’incontro.

Scheda didattica riguardante la segnaletica dei rifugi ancora presente sui muri delle case di Milano

Un coinvolgimento vasto e trasversale

Al fine di rendere pubblici i diversi tipi di approfondimento che emergono nell’ambito dei percorsi didattici e per promuovere la conoscenza delle tematiche che ruotano intorno al periodo bellico, durante le specifiche ricorrenze presenti nel calendario della memoria storica (soprattutto Giorno della Memoria, Anniversario della Liberazione, Festa della Repubblica) Ecomuseo propone incontri e laboratori rivolti a tutta la cittadinanza e, in particolare, ai bambini accompagnati dalle loro famiglie.

La programmazione può spaziare tra momenti in cui si affiancano letture tratte dai libri di letteratura per l’infanzia o performance teatrali e musicali che in forma narrativa ed artistica rievocano la storia.

Non è raro il caso in cui bambini presenti a questi incontri abbiano precedentemente visitato i bunker con la scuola e siano voluti tornare con la famiglia per condividere con i propri cari le emozioni vissute con la classe.

Non sono nemmeno rari i casi in cui bambini o ragazzi stranieri che studiano nelle scuole dell’area trovino in questi momenti l’occasione per cogliere un punto di contatto con la propria esperienza passata, rispetto ad un luogo d’approdo che appare ai loro occhi molto distante da tematiche di conflitto che invece fanno purtroppo spesso da contorno al loro paesaggio di vita precedente.

Queste opportunità di scambio e confronto transgenerazionale e transculturale sono tra i principali valori di ricaduta che il processo Ecomuseale porta con sé negli obiettivi della sua progettazione e che trovano nell’esperienza di visita del Bunker Breda uno dei migliori esempi di buona riuscita.

Ci auspichiamo che questa pratica possa andare avanti arricchendosi sempre più e trovando canali di comunicazione maggiormente efficaci per rendere possibile la trasmissione di valori alle generazioni future in un’ottica di educazione alla pace.


Bibliografia
  • AM, rivista di Antropologia Museale, anno 10, n°28-29
  • Breda M.AM, Padovan G. (acura di), Milano: Rifugi Antiaerei, Lo Scarabeo Editrice, Milano, 2012
  • Marrucci R.A. et al (a cura di), Bombe sulla città. Milano in guerra, Skira, Milano, 2004
  • Piria E. (a cura di), Bunker i rifugi antiaerei della Breda Aeronautica di Sesto San Giovanni, Squilibri, 2013
Videografia
  1. “Milano in guerra”. il video racconta la vita a Milano durante la seconda guerra mondiale: la vita pubblica, con parate, discorsi e dichiarazioni radiofoniche; la vita privata, i bombardamenti, la scarsità di risorse, l’organizzazione della Resistenza. Voci narranti, suoni, immagini storiche e immagini di repertorio ricostruiscono l’atmosfera durante gli attacchi aerei, la percezione dei comuni cittadini e la vita quotidiana in tempo di guerra.
  2. “Qui tutto era Breda”. L’attrice Lorenza Zambon ricostruisce in una performance nei bunker la storia e le trasformazioni del luogo. Un excursus storico e narrativo dalla Seconda Guerra Mondiale all’epoca della grande espansione industriale del Nord Milano al progetto di ridisegno del paesaggio realizzato dal Parco Nord.
  3. “Il tepore della Libertà”. Intervista testimonianza a Giuseppe Colzani, ex partigiano e cittadino niguardese. Con lucidità e trasporto emotivo Colzani ricorda gli eventi che hanno segnato la storia d’Italia ai tempi del fascismo, dall’ascesa di Mussolini, all’organizzazione delle cellule clandestine, all’insurrezione, partita a Niguarda la notte del 24 aprile 1945.
  4. “I bunker e la memoria” in questo video viene presentata una panoramica generale sulle attività, performance e testimonianze che dal 2009 hanno accompagnato il percorso di ricostruzione della memoria portato avanti da Ecomuseo in collaborazione con Parco Nord.
Sitografia

Note:

[1]              A cura di Elisa Piria, Bunker i rifugi antiaerei della Breda Aeronautica di Sesto San Giovanni, Squilibri, 2013, p. 26.