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La Capolo a Montecchio: metamorfosi di un piccolo mondo

La Capolo a Montecchio: metamorfosi di un piccolo mondo

La fantasia delle mani: storia della Capolo di Montecchio Emilia e del distretto industriale in Val d’Enza – Parte 2a della ricerca-azione didattica- a.s.2013-14

Gli anni Cinquanta del XX secolo, l’Italia del boom economico. La fabbrica fordista, il lavoro, l’ingresso delle donne e i nuovi diritti.

Nell’a.s. 2014-15 il percorso di questa ricerca-azione storico-memoriale ha visto coinvolti i ragazzi della classe 5 A – Indirizzo finanze e marketing – dell’Istituto Superiore S. D’Arzo che, sotto la guida degli stessi esperti del Gruppo di Progetto, hanno lavorato sulla seconda metà del Novecento e “il miracolo economico” italiano, mettendo al centro dell’attenzione il lavoro, operaio e non, l’ingresso in fabbrica delle donne, le battaglie sindacali e le vertenze per la conquista di nuovi diritti per i lavoratori. Dunque, un lavoro di ricerca in cui sicuramente aveva un peso maggiore la memoria rispetto alla storia, specie in confronto al lavoro di ricerca già svolto il primo anno.

Pertanto era importante dare voce ai protagonisti di questo processo di sviluppo economico e produttivo e delle trasformazioni socio-culturali che, a livello familiare ed individuale, ne avevano scandito il cammino. Ciò ha richiesto anche una riformulazione delle strategie della ricerca-azione e delle metodologie didattiche di raccolta/selezione dei dati e, in particolare, per l’incontro, questa volta reale, con i testimoni. I risultati di questo percorso didattico sono confluiti nella produzione di un secondo dvd, che è un documentario filmico con un montaggio di testimonianze di lavoratori e di alcuni protagonisti dello sviluppo della Capolo nella seconda metà del Novecento, dal titolo “La FANTASIA DELLE MANI. Parte Seconda”.

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Prima fase- Il passaggio del testimone fra gli studenti e la peer education

Prima dell’avvio del nuovo percorso di ricerca-azione è stato organizzato, nel giugno 2014, un incontro pubblico di restituzione degli esiti del primo anno, in cui gli studenti protagonisti della ricerca confluita nel docufilm hanno presentato ai loro compagni, alla cittadinanza e alle famiglie dei testimoni i risultati ottenuti. Questa presentazione ufficiale è stata promossa da tutti i soggetti coinvolti nel progetto, con un significativo contributo da parte dell’ Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Montecchio, fin dall’inizio importanti sostenitori del progetto, ed ha rappresentato, per i “nuovi” ragazzi che sarebbero stati coinvolti nel progetto l’anno scolastico successivo, una fase propedeutica di conoscenza e di acquisizione di dati per continuare la ricerca-azione.

Seconda fase – l’Italia repubblicana: l’uscita dalla guerra e la ricostruzione del paese. Il lavoro, i diritti e il difficile cammino delle riforme fra vertenze sindacali e contenimento politico.

I laboratori storici, strutturati su questa crono-periodizzazione, hanno portato gli studenti ad approfondire i temi dell’industrializzazione del territorio, delle trasformazioni del lavoro e del sistema produttivo, nonché dell’ evoluzione di un “distretto industriale” di primaria importanza locale, nazionale e internazionale. Ciò ha permesso ai giovani di focalizzare l’attenzione su un luogo simbolo della modernità industriale, la fabbrica, rileggendone i principali fattori di cambiamento socio-economico, riportando in evidenza le richieste dei lavoratori, la faticosa conquista di nuovi diritti e nuove tutele del lavoro, anche femminile, in un periodo storico cruciale per il nostro paese e per l’Europa, uscita a pezzi dalla Seconda Guerra Mondiale. Gli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo, messi al centro della ricerca-azione, hanno consentito di mettere a fuoco il boom economico italiano, ma anche la Guerra Fredda fra USA e URSS e la contrapposizione ideologica fra i partiti di governo (Dc e Psdi) e i partiti di opposizione (Pci e Psi). In Italia.

Terza fase – L’incontro coi testimoni, le interviste reali

La serie delle testimonianze dei protagonisti, tutte raccolte e documentate (operai non qualificati, capireparto, donne operaie e donne del sindacato, religiosi e laici, ex componenti del CDA della fabbrica, ecc…), ripercorre il cammino dell’ industrializzazione nel nostro paese dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, dal fordismo al post-fordismo, con una memoria significativa della conquista dei diritti fondamentali da parte dei lavoratori – anche donne – a partire dall’immediato Secondo Dopoguerra fino circa alla fine degli anni Settanta. I racconti orali dei testimoni hanno permesso di ricostruire le fasi e i momenti più significativi delle trasformazioni fondamentali nell’attività produttiva e degli assetti di management che determineranno il passaggio anche della Capolo a multinazionale.

Prima di incontrare i testimoni, i ragazzi sono stati a lungo preparati da un esperto di storia orale, Antonio Canovi, sulle modalità specifiche di conduzione di un’intervista di carattere storico-memoriale a un testimone significativo e sulle specificità della fonte orale. Sono state elaborate delle griglie di interviste reali di cui mi preme solo accennare alcuni criteri essenziali e le linee-guida che hanno funzionato come opzioni di fondo rese esplicite ai ragazzi e da osservarsi scrupolosamente:

  1. a) la consapevolezza che si ascolta una storia di vita, la quale richiede una disposizione all’ascolto e a lasciar parlare il testimone, senza interruzioni, una volta che si è somministrata una domanda-stimolo;
  2. b) in un racconto orale non esistono “fuori-tema”: tutto è rilevante per il testimone. La sua memoria racconta soffermandosi sulle circostanze, sui luoghi, sulle rilevanze che vengono scelte di volta in volta dal soggetto che racconta e dunque sono prioritarie;
  3. c) a seconda del tempo presente in cui ci troviamo, del luogo in cui siamo, delle interazioni che produciamo o non produciamo col testimone, il racconto orale può mutare;
  4. d) l’intervista non è un flusso continuo, a senso unico, ma è il frutto di un’interazione dialogica fra due soggettività (individuali o collettive) che può essere influenzata dal punto di vista di chi conduce l’intervista e questo va dichiarato e tenuto sotto controllo;
  5. e) il tempo e lo spazio sono dimensioni sempre strettamente intrecciate nel racconto orale;
  6. f) se il racconto è articolato, vuol dire che c’è un’affabulazione e che la memoria si è cristallizzata su alcuni punti. Ad esempio: un aneddoto che si ripete, che si tramanda nei racconti familiari è un episodio cristallizzato in un racconto (affabulazione);
  7. g) durante l’intervista, dal racconto del testimone emerge spesso una rete (amicale, sociale, collettiva): se voglio conoscere un punto di vista diverso su un dato evento, uno specifico episodio, etc..etc.. devo uscire dalla rete cui il testimone fa riferimento;
  8. h) in ogni intervista sono fondamentali le domande (ad es.: Perché entrano in fabbrica? Che mansioni seguivano? Che tipo di rapporti c’erano far gli operai?) che si pongono, perché fanno emergere un “deposito memoriale” da cui si può attingere subito o in un secondo momento, in base alle necessità della ricerca che stiamo conducendo;
  9. i) la memoria funziona in maniera circolare: è una spirale a cerchi concentrici che ha bisogno di offrirsi in un racconto che è anch’esso circolare, cioè ha una conclusione ed è insieme un bilancio che il soggetto ci offre, in qualche modo. Molto diverso è invece il lavoro dello storico che si muove su un asse temporale per lo più lineare, che si sofferma su alcuni nodi problematici, tenendo conto dei molteplici livelli della dimensione temporale e delle differenti scale della dimensione spaziale in cui un fenomeno o un evento si manifestano;
  10. l) in un racconto orale anche le pause, i silenzi, le commozioni, il non-detto hanno un’importanza primaria, perché lì si è prodotto un corto-circuito.
Quarta fase. Raccontare con le interviste: selezionare- montare-narrare. Costruire un testo intrecciando storia e memorie

L’obiettivo fondamentale che ha guidato la produzione del secondo dvd è stato quello di creare una cornice spazio-temporale unitaria per narrazioni diverse centrate su battaglie individuali e collettive per l’affermazione di diritti importanti per i lavoratori e le lavoratrici, per la conquista di traguardi significativi in ambito socio-politico, familiare, lavorativo. Si sono dunque selezionati e scelti i passi delle storie narrate che affrontavano questi temi con l’intenzione di costruire un nuovo testo, in questo caso multimediale, così da poter essere riconoscibili e fruibili pur all’interno di una narrazione collettiva.

Nella trama narrativa apparentemente semplice, eppure complessa, che sottende questo dvd di storia e di memorie si è cercato di tener uniti luoghi, saperi, persone, movimenti migratori e trasformazioni dell’ambiente per farlo diventare uno strumento di riconoscimento e di adesione da parte della comunità. Uno strumento del territorio che ri-produce il paesaggio composito e vario del distretto industriale. Un paesaggio al contempo vivo e partecipato perchè ri-scritto a più voci e più mani fra i testimoni e i ragazzi che intervistano, fra i protagonisti di allora e protagonisti di oggi, in quel passaggio trasmigrante di memorie e storie che sempre avviene con testimoni e con il racconto orale e che qui si è sedimentato in prodotto multimediale che è anche una narrazione collettiva.

Quinta fase. Il prodotto multimediale elaborato dagli studenti alla fine della ricerca-azione 2014-15

La conclusione del percorso di ricerca-azione ha dunque puntato alla realizzazione di un prodotto, un secondo dvd, curato dall’esperta multimediale Liviana Davì, in cui la dimensione narrativa fosse ridotta al minimo e la ricostruzione storico-memoriale fosse affidata alla viva voce dei protagonisti che, attraverso una serie di interviste intervallate da immagini e documenti d’epoca (in buona parte inediti), hanno fatto riemergere il tessuto personale e collettivo del periodo studiato.

Metodologie didattiche: Il Mediometraggio LA FANTASIA DELLE MANI. Parte Seconda”, della durata di circa 20′, è un documentario che assembla, inserendole in una narrazione collettiva, le diverse testimonianze che gli studenti hanno raccolto direttamente dai protagonisti attraverso la modalità dell’incontro col testimone e dell’intervista reale. Lo schema base di questo documentario riproduce le modalità tipiche della memoria episodica e descrittiva dei fatti, improntata prevalentamente dalla memoria visiva propria del testimone oculare, la quale però trapassa e travalica il “qui e ora” proprio grazie al complemento del documento ed alla contestualizzazione della fonte orale che i ragazzi hanno avuto cura di predisporre e fare, inserendo diversi documenti e contestualizzando il testimone.

In questo passaggio generazionale del racconto, dal testimone oculare ad altri soggetti e ad altre generazioni, c’è stata sicuramente una deformazione, una manipolazione, una distorsione; ma c’è stato anche il segno del riconoscimento, dell’appartenenza, dell’identità, della solidarietà. Dunque il racconto complessivo, così come è stato montato, risulta composto di vari tasselli: di documenti, di ricordi personali, di suggestioni del presente, di esplorazioni dei luoghi più significativi. Una vera e propria autobiografia collettiva, in cui molti, se non tutti, si possono riconoscere.

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Scheda del progetto

“LA FANTASIA DELLE MANI. PARTE PRIMA E SECONDA”

a.s.2013-14- Parte Prima-MONTECCHIO EMILIA: un sentiero verso la modernità (1880-1922). a.s. 2014-15 –Parte Seconda-LA CAPOLO A MONTECCHIO- Metamorfosi di un piccolo mondo (1950-1975)

REFERENTI progetto con CITTADINI ASSEMBLEA LEGISLATIVA E.R.

Dr. Alessandro Criserà e dr.ssa Rosa Maria Manari

REFERENTI Istituto per la Storia e le Memorie del Novecento PARRI E.R. : proff. Alberto De Bernardi e Nadia Baiesi –Coordinamento/supervisione della Ricerca- Didattica : Lorena Mussini

Gruppo di Progetto: Rosanna Rossi, Dirigente Scolastico S. D’Arzo, Fabrizio Azzali, Docente IS S. D’Arzo, Lorena Mussini, Sezione Didattica Istituto Parri E.R., Antonio Canovi, Agenzia Geostoria Eutòpia, Morena Vannini, Sezione Didattica Istituto Cervi, Nico Guidetti e Liviana Davì, esperti multimediali- montaggio e regìa filmati

 

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Dati articolo

Autore:
Titolo: La Capolo a Montecchio: metamorfosi di un piccolo mondo
DOI: 10.12977/nov172
Parole chiave: ,
Numero della rivista: n. 7, febbraio 2017
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
, La Capolo a Montecchio: metamorfosi di un piccolo mondo, Novecento.org, n. 7, febbraio 2017. DOI: 10.12977/nov172

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