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Il ciclista della memoria. Per non dimenticare Sciesopoli

Il ciclista della memoria. Per non dimenticare Sciesopoli

Bicicletta di Giovanni Bloisi nel giardino dei giusti

Abstract

Nell’ambito delle iniziative organizzate sul tema della memoria, alcuni studenti dell’I.I.S Geymonat di Tradate (VA) hanno incontrato Giovanni Bloisi, ciclista che mette la sua passione sportiva al servizio della causa del ricordo di quanto accadde in Italia durante la II Guerra Mondiale e in particolare al progetto di recupero di Sciesopoli ebraica.

L’uomo che pedala

Il giorno 16 marzo 2017 gli studenti della classe IIE dell’I.I.S. Geymonat di Tradate (VA), accompagnati e preparati dalla Prof.ssa Matera, hanno partecipato, in Villa Truffini, all’incontro con “il ciclista della memoria” Giovanni Bloisi, in partenza per un nuovo e incredibile viaggio in solitaria, in sella alla sua inseparabile bicicletta. Originario di Varano Borghi, in provincia di Varese, Giovanni è in pensione e ha deciso di dedicare tempo ed energie alla sensibilizzazione sul tragico periodo della storia del ‘900 che è stata la Shoah. Lo fa con la sua bicicletta, con la quale ha raggiunto vari luoghi della memoria presenti in Europa. In questa occasione ha scelto come meta il Museo dello Yad Vashem a Gerusalemme, ma nel suo viaggio affronterà numerose e significative tappe, alcune poco conosciute[1].

Un viaggio dedicato ai bambini

Questo viaggio in particolare è stato ideato per far conoscere la storia della colonia ebraica di Sciesopoli, una struttura situata a Selvino, in provincia di Bergamo, dove negli anni immediatamente successivi alla guerra furono ospitati bambini ebrei sopravvissuti alla Shoah[2]. Il comitato “Sciesopoli Ebraica”, coordinato dallo storico e docente Marco Cavallarin, vuole salvare dal degrado e dall’oblio la ex colonia fascista che oggi versa in pessime condizioni di conservazione per farne il più grande museo della memoria d’Europa. Ha spiegato Bloisi durante l’incontro: «Tra le tante iniziative c’è questa mia idea di ripercorrere in bicicletta la strada che fecero i bambini di Selvino per andare in Palestina. Il percorso prevede di toccare diversi luoghi che riguardano la memoria fino ad arrivare a Brindisi e prendere la nave per la Grecia come fecero i bambini, per poi andare in Israele dove ci sarà un comitato di accoglienza in mio onore, in collaborazione con l’ambasciata Italiana in Israele». Agli studenti presenti in sala sono state illustrate le caratteristiche di Sciesopoli, la sua storia e il progetto di recupero di questo luogo della memoria.

Sciesopoli: la colonia più bella d’Europa

La Colonia, costruita in piena età fascista secondo lo stile del razionalismo, era un vanto di Mussolini: la colonia più bella d’Europa, secondo la propaganda fascista. Piscina riscaldata, parco di 17mila metri quadri, sala cinema, dormitori con file e file di lettini bianchi. Utilizzata per diversi anni per il programma fascista di educazione della gioventù, per le vicende belliche era rimasta inutilizzata. Appena finita la guerra, si pensò utilizzarla per l’accoglienza di bambini ebrei rimasti orfani e provenienti da tutta l’Europa, in particolare dall’Europa dell’est: Polonia, Ungheria, Romania, Russia. Grazie alla proposta dell’allora presidente della  Comunità Ebraica di Milano, Raffaele Cantoni, il gioiello del regime si trasformò nel rifugio delle sue vittime: per qualcuno uno scherzo del destino, per altri un degno contrappasso[3]. Di certo, una storia che merita di essere raccontata alle giovani generazioni e su cui Bloisi con il suo viaggio vuole riaccendere l’attenzione, rilanciano anche il progetto di recupero.

Sciesopoli ebraica: la seconda vita della colonia 1945-1948

Il 22 settembre 1945 i primi bambini iniziarono ad arrivare a Sciesopoli; in tre anni questo luogo ospitò 800 piccoli ebrei. I bambini erano stati rintracciati e portati in Italia dalla Brigata ebraica, che faceva parte dell’esercito inglese e aveva setacciato l’Europa dell’Est devastata per raccoglierli. Come è stato spiegato nell’incontro, “la comunità ebraica di Milano, i pochi che erano rimasti, chiese un posto per raggrupparli. Ferruccio Parri, con il prefetto Lombardi, e il sindaco Greppi, decise che c’era la colonia fascista di Sciesopoli”.

I piccoli avevano bisogno di essere curati, nutriti, bisognava insegnare loro una lingua comune, l’ebraico. Relazionarsi con questi bambini e ragazzi, orfani della Shoah e sopravvissuti alla soluzione finale, che avevano conosciuto da vicino gli aspetti peggiori della persecuzione ebraica, di cui portavano ancora i traumi, non era facile. Ci riuscì Moshe Zeiri[4], ebreo Galiziano e militante sionista, che diresse Sciesopoli e che diede ai bambini ospitati la possibilità di avere un futuro a Eretz Israel.

L’emigrazione in Palestina

Dopo il 1948 i bambini ebrei ospiti della colonia lasciarono Bergamo per raggiungere la Palestina. Formati nel loro soggiorno a Sciesopoli secondo idee sioniste, “come una grande famiglia” vissero nei kibbutz, alcuni si sposarono tra loro e molti di loro, oggi, sono ancora in vita, benché anziani e possono testimoniare questa felice parentesi della loro esistenza. Il programma prevede che una volta arrivato in Israele, Bloisi vada il 24 aprile il museo dello Yad Vashem per poi raggiungerà Tze’elim, il kibbutz che accolse il gruppo di bambini passato da Selvino e da Sciesopoli. Alcuni dei bambini che furono ospitati qui vivono ancora in Israele e proprio a Gerusalemme è stato organizzato nell’ambito del percorso di viaggio un incontro tra loro e il ciclista della memoria.

Giovanni Bloisi pedala per la memoria

L’Amministrazione Comunale di Tradate[5] ha organizzato l’incontro di accoglienza per Giovanni Bloisi invitando anche i rappresentanti delle scuole presenti nel territorio comunale. Il programma della mattinata ha previsto un’esibizione musicale del Violino della Memoria[6] cui sono seguiti gli interventi dei ragazzi. Si è ritenuta importante la presenza di una rappresentanza scolastica, perché la vicenda di Sciesopoli permette una serie di riflessioni che riguardano in particolare i più giovani. La permanenza a Bergamo dei bambini ebrei è dovuta a difficoltà di accesso da parte loro in Palestina, dove arrivarono su “barconi”: anche questo aspetto, insieme a riflessioni sul ruolo dei bambini e dei ragazzi nella guerra, è stata oggetto di riflessione nella mattinata.

Come è stata decisa la rappresentanza degli studenti?

Perché proprio i ragazzi della IIE del Geymonat? Perché durante l’anno erano stati formati sul tema della memoria e della Shoah durante le ore di Storia e Italiano. È stata loro proposta la lettura del libro di Luigi Ballerini Hanna non chiude mai gli occhi, e a partire da essa sono stati affrontati alcuni dei temi della Shoah come i ghetti, i Giusti, con particolare attenzione al titolo attribuito da  Yad Vashem, i sistemi di deportazione utilizzati dal regime nazifascista.
Il testo racconta la storia di due adolescenti chiusi nel ghetto di Salonicco, occupata dai nazisti nel ’43, periodo in cui il console Guelfo Zamboni presso l’ambasciata italiana a Salonicco salvò alcune centinaia di ebrei producendo per loro documenti falsi. Proprio a partire da Guelfo Zamboni, ci si è ricollegati all’impresa di Bloisi: attraverso il tema dei Giusti[7], benché il riconoscimento ad oggi attribuito al Console non sia quello rilasciato dall’ente di Gerusalemme. Bloisi è una persona che agisce nel nome degli ideali che hanno ispirato molti dei Giusti e si recherà in visita all’istituzione di Yad vashem che eroga il riconoscimento a livello internazionale. Il supporto che gli viene fornito durante i viaggi amplifica i risultati della sua opera di sensibilizzazione. Per questo è così importante  per lui incontrare, nelle diverse tappe, giovani, che possono a loro volta, più facilmente degli adulti, rendersi protagonisti di azioni che riportino l’attenzione sui tanti aspetti ancora poco noti della Shoah e che riguardano anche l’Italia[8].

Il contributo degli studenti in sala

Arrivato il loro turno, questi studenti hanno quindi presentato l’attività sviluppata a partire dalla lettura svolta, con l’esibizione al pianoforte di uno di loro, che a partire dalle emozioni suscitate dalla lettura del libro ha composto una melodia che ha fatto da sottofondo musicale alla realizzazione multimediale che i ragazzi hanno preparato e presentato a tutti gli studenti del loro istituto scolastico il 27 gennaio 2017.

«La bicicletta è pronta dopo le ultime modifiche fatte» – ha spiegato Bloisi ai ragazzi dopo la loro presentazione. «Domenica inizierò il grande viaggio nei luoghi della Memoria in Italia, poi prenderò la nave a Brindisi in direzione della Grecia con arrivo a Patrasso; qui riprenderò la bici fino a Atene. Poi in aereo fino a Tel Aviv dove sarò ricevuto dall’ambasciatore italiano e poi l’incontro con gli ex bambini di Selvino che mi aspettano con ansia e che io non vedo l’ora di incontrare». «È  incredibile come un pezzo di ferro con due ruote possa diventare il mezzo giusto per attirare l’attenzione su Sciesopoli anche dei più distratti e di andare dentro la Storia » ha poi concluso. Solo in bicicletta, Bloisi in realtà è sempre circondato da uno stuolo di sostenitori che ha conquistato in precedenti imprese e in queste settimane di preparazione e allenamenti. A questo gruppo di sostenitori si sono uniti i ragazzi del Geymonat, che hanno saputo fare tesoro del percorso sulla memoria loro proposto.

 


Note:

[1] Il viaggio di Bloisi è stato seguito costantemente dalla stampa e dalla pagina Facebook dedicata a progetto https://www.facebook.com/SciesopoliEbraica/?hc_ref=ARSs6AAI-ySbJ6qZ0-Zyks3tsYmHxuG-v2xjsf2XdFpt9ajH2UqbCqZitQ4F5DPd8iU&fref=nf

[2] La storia della presenza di bambini e ragazzi ebrei a Selvino tra il 1945 e il 1948 è stata ricostruita nel testo di Sergio Luzzatto, I bambini di Moshe-Gli orfani della Shoah e la nascita di Israele, Einaudi Storia, 2018. Alla pagina http://www.sciesopoli.com/news/i-bambini-di-moshe/ è disponibile una intervista dell’autore accompagnata da immagini storiche e attuali della colonia. Si veda anche l’interessante contributo di Enrica Bricchetto apparso su Historia Ludens http://www.historialudens.it/didattica-della-storia/312-i-bambini-di-moshe-un-libro-e-un-eas-episodio-di-apprendimento-situato.html, che comprende anche un EAS (Episodio Apprendimento Situato).

[3] La colonia venne inaugurata nel 1933 a Selvino, centro montano in provincia di Bergamo. Dedicata all’eroe del Risorgimento Amatore Sciesa, fu chiamata “Sciesopoli”. Il progetto è di Paolo Vietti Violi (1882-1965), importante architetto dell’epoca, già autore dell’Ippodromo e del Palazzo dello Sport di Milano. Immagini d’epoca ne testimoniano l’imponenza.

[4] Moshe Zeiri faceva parte di un piccolo gruppo di ebrei originari dell’Europa centro-orientale che negli anni Trenta erano immigrati in Palestina negli anni Trenta. Fra il 1944 e il 1945 hanno risalito l’Italia come soldati volontari nel Genio britannico, per cercare di salvare il salvabile: è il momento dell’incontro con i bambini sopravvissuti per Moshe, che li raduna a Selvino.

[5] Comune che sostiene, con altri e ANPI, il progetto.

[6] Si tratta di uno strumento musicale dalla storia molto particolare, appartenuto alla famiglia Levy, proveniente da Torino, ma che aveva trovato rifugio proprio a Villa Truffini a Tradate nei giorni precedenti al tentativo di fuga in Svizzera. Grazie al collezionista milanese Carlo Alberto Carutti questo violino è stato ritrovato e, in occasione di ricorrenze organizzate dal Comune di Tradate, è tornato a suonare per la Giornata della Memoria.  La storia dello strumento e della famiglia Levy sono state raccontate nel testo Il violino di Auschwitz di Anna Lavatelli, Interlinea, 2018.

[7] Il 24 gennaio 2003, a Milano, in un’area del parco Monte Stella, è stato inaugurato il Giardino dei Giusti di tutto il mondo, gestito da un’associazione appositamente costituita dal Comune di Milano insieme all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e al Comitato Foresta dei Giusti-Gariwo.
Nel corso degli anni sono state onorate figure esemplari di resistenza morale in Rwanda, in America Latina, in Bosnia, nell’Europa oppressa dal nazismo e dal comunismo, in Tunisia, in Russia, in Iran. Qui è stato dedicato nel 2010 un cippo a Guelfo Zamboni e, nel 2017, anche a Lucillo Merci, suo fedele collaboratore a Salonicco.

[8] Giovanni Bloisi nella primavera del 2017 ha percorso in bicicletta per il suo progetto circa 2400 km attraverso tre paesi ( Italia, Grecia e Israele), all’andata e al ritorno. Una tappa-luogo della memoria al giorno, un incontro al giorno per la testimonianza e la sensibilizzazione, tappa per tappa. Si è fermato in luoghi che per gli ebrei hanno significato salvezza, (Tradate, Magenta, Milano, Selvino, Cremona, Reggio Emilia, Nonantola …), persecuzione (Milano, Fossoli, Modena, Ferrara …),  ma ci sono state anche tappe a Gattatico, Campegine, Ravenna, Alfonsine, Arcevia, Colfiorito, Urbisaglia, Tossicìa, Casoli. Tutti luoghi che hanno un forte significato per la storia del secolo scorso, che sono oggi spesso dimenticati, non conosciuti, addirittura hanno mutato forma, sono stati cancellati. Ogni sosta è stata scelta con cura, per diffondere la conoscenza della storia di Sciesopoli ebraica, ma anche per far nascere un dibattito e una successiva riflessione e presa di coscienza su quanto accaduto nei posti in cui questo ciclista fa sosta.

 

Dati articolo

Autore: and
Titolo: Il ciclista della memoria. Per non dimenticare Sciesopoli
DOI: 10.12977/nov262
Parole chiave: ,
Numero della rivista: n.10, agosto 2018
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
and , Il ciclista della memoria. Per non dimenticare Sciesopoli, Novecento.org, n. 10, agosto 2018. DOI: 10.12977/nov262

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