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Armenia: un viaggio nello spazio e nel tempo a 101 anni dal genocidio

Armenia: un viaggio nello spazio e nel tempo a 101 anni dal genocidio
Abstract

Stefano Gubian è un traduttore e la sua famiglia ha origini armene. Per diversi anni è stato Presidente del Consiglio d’Istituto dell’Istituto Comprensivo del Vergante. Donatella D’Andrea è docente di materie letterarie presso l’Istituto Comprensivo del Vergante. Insieme nell’anno scolastico 2015/16 hanno curato il progetto Armenia un viaggio nello spazio e nel tempo a 101 anni dal genocidio. Riportiamo quindi qui l’esperienza di didattica partecipata svoltasi con un gruppo di studenti dell’ultimo anno della scuola Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Manzoni” di Lesa, plesso dell’Istituto Statale del Vergante svoltasi lo scorso anno scolastico avente come tema la conoscenza della storia e della cultura del popolo armeno e del genocidio del 1915.

Da alcuni anni Stefano Gubian interviene presso la Secondaria di Primo Grado “A. Manzoni” di Lesa per parlare ai ragazzi dell’ultimo anno del genocidio degli Armeni. Svolge questi interventi in qualità di genitore/esperto, con una narrazione che parte dalla sua storia personale. Ha iniziato ad approfondire lo studio della storia del popolo armeno facendo ricerche sul suo cognome e poi questo interesse per le proprie origini, soprattutto dopo il matrimonio con una armena la cui famiglia è arrivata in Italia dal Libano negli anni ’70, è cresciuto e lo ha portato a studi approfonditi. Da qui il desiderio di far conoscere ai propri figli e ai loro coetanei una pagina di storia spesso assente dai manuali scolastici, con il pieno sostegno dei docenti e del dirigente della scuola frequentata dai ragazzi. Nel corso dell’anno scolastico 2015/16, in accordo con il corpo docente, in particolare con la professoressa D’Andrea, l’intervento ha preso la forma di un vero e proprio progetto al quale, dopo il primo incontro svoltosi con la modalità fino ad allora utilizzata, una lezione frontale, hanno aderito in modo spontaneo nove studenti delle classi 3A e 3 B del plesso di Lesa. Lucia Colombo, Sofia Di Sario, Eleonora Francioli, Riccardo Galdini, Giacomo Gandini, Sevan Gubian, Alessandro Maggi, Veronica Pisani, Francesca Ziggiotto per diversi mesi, coordinati dall’”esperto” e dalla docente, hanno letto testi, visionato film e si sono anche relazionati con Haroutioun Manoukian, traduttore e docente di lingua e letteratura armena nonché suocero di Gubian e nonno di uno dei ragazzi coinvolti nel progetto, al fine di raccogliere informazioni sulla storia e sulla cultura del popolo armeno. Sin dall’avvio del progetto si è pensato ad un momento di restituzione pubblica per la condivisione dei risultati della ricerca: la restituzione è poi avvenuta nella serata di giovedì 5 maggio 2016 presso la Sala Consiliare del Comune di Lesa alla presenza dei genitori, delle autorità e del Console Onorario di Armenia Pietro Kuciukian.

Maggio 2016. Lesa sala consiliare. I ragazzi e il console onorario di Armenia

L’adesione dei ragazzi al percorso di approfondimento è stata spontanea e volontaria: hanno svolto la ricerca in parte in orario scolastico, utilizzando le ore messe a disposizione dai docenti e in parte in orario extrascolastico. Sono stati individuati, al di là del tema del genocidio del popolo armeno, che era sempre stato al centro dell’intervento di Stefano Gubian negli anni precedenti, una serie di argomenti da approfondire, (il territorio, la cultura, le fiabe, per citarne alcuni), che i ragazzi hanno potuto approcciare con una serie di materiali messi a disposizione da Gubian stesso, soprattutto libri e film. Nel percorso progettuale importanti sono stati il ruolo dell’insegnante coordinatore e dell’esperto, che hanno mutato il loro ruolo rispetto a quanto avveniva in precedenza, diventando rispettivamente un facilitatore al quale rivolgersi in quanto profondo conoscitore del tema che si stava indagando e un referente metodologico. I docenti curricolari e la docente che ha coordinato il progetto, infatti, non hanno avuto il ruolo di trasmettere delle conoscenze, ma hanno avuto il compito di guidare i ragazzi nella consultazione e nella rielaborazione dei numerosi materiali messi a loro disposizione fornendo le linee metodologiche per la ricerca e facendo in modo che nessuno perdesse di vista il motivo per cui la ricerca veniva condotta, evitando così che i ragazzi si allontanassero troppo dal tema loro assegnato. L’esperto ha selezionato i contenuti più adatti ai ragazzi e alle loro esigenze di ricerca, essendo impensabile la lettura o la visione integrale di tutto ciò che era stato messo a disposizione. Nel percorso di approfondimento si è costantemente tenuto presente il momento di restituzione pubblica, assunto come “impegno” da parte de ragazzi e concepito come un momento in cui, attraverso slides, cartelloni e racconti gli studenti potessero rendere tutti gli altri soggetti della comunità scolastica consapevoli non solo del terribile momento del genocidio, ma anche della storia millenaria di questo popolo, delle sue tradizioni, della bellezza naturale dell’Armenia, delle specificità della sua cultura. L’azione di sensibilizzazione messa in atto da tempo in questo istituto scolastico ha infatti permesso di considerare acquisito il fatto di sangue e di allargare la ricerca ad altri temi per evitare la stigmatizzazione che spesso si verifica quando l’accento viene posto con troppa insistenza solo su un aspetto della ricostruzione storica, specie se questo ha i contorni macabri del tentativo di annientamento di un popolo, anche tenuto conto del fatto che la ricorrenza 1915-2015 e le dichiarazioni di Papa Bergoglio avevano contribuito ad accendere l’attenzione di molti sul genocidio e sulle controverse interpretazioni di riconoscimento dello stesso, senza però che si fosse contemporaneamente sviluppata una approfondita conoscenza sulle ragioni che lo avevano scatenato e sulle peculiarità della civiltà armena. La scelta interessante del gruppo di lavoro è stata quella di allargare il punto di vista proprio nel momento in cui si sono moltiplicate le iniziative che, celebrando il centenario del genocidio, su questo particolare aspetto ponevano l’accento. Si è quindi deciso di abbandonare l’approccio esclusivo della lezione monografica a cura dell’esperto adottato negli anni precedenti e si è destinato un tempo disteso al lavoro di approfondimento, creando una collaborazione profonda tra la docente di classe e l’esperto esterno e introducendo anche una terza figura, rivelatasi molto preziosa, quella di un “testimone”, che ha integrato con i suoi racconti ciò che i ragazzi apprendevano nel corso delle ricerche personali e di gruppo. Haroution Manoukian, libanese classe 1937, ha potuto portare i ragazzi, in particolar modo il nipote, a più diretto contatto con il mondo armeno, con il tramite della sua vicenda biografica. Come spesso sappiamo accadere, chi è depositario di un certo tipo di memoria fatica a renderla pubblica e riteniamo che probabilmente la presenza nel gruppo degli studenti del nipote di Haroutioun abbia potuto convincerlo a parlare di episodi di cui il resto della sua famiglia era all’oscuro[1]. L‘impegno a difesa della propria cultura di origine è tuttavia sempre stato forte per Haroutioun, come testimoniano la sua attività di docente e il lavoro di traduttore e possiamo riassumerlo con le parole che lui stesso ha usato per introdurre la lirica di Sayat-Nova, ritenuto il più grande poeta armeno del Settecento: ‹‹solo colui che possiede una conoscenza anche sommaria della storia del popolo armeno, può farsi un’idea di quali sforzi cocciuti fossero necessari per conservare ininterrottamente lo sviluppo della vita intellettuale di un popolo in assenza di uno Stato indipendente, e costretto a sopportare ogni genere di vessazioni››[2]. Lo scopo del progetto è stato proprio quello di fornire una conoscenza anche se “elementare” del popolo armeno, della sua storia e della sua cultura. Nel corso del 2015, come abbiamo già detto, ci sono state diverse iniziative volte a diffondere la conoscenza del genocidio del 1915, anche nel territorio del Vergante. Lo stesso Gubian ha proposto in diverse serate presso biblioteche la conferenza che da qualche anno presentava ai ragazzi della secondaria di primo grado di Lesa e si è ritenuto che ci fossero le condizioni per accompagnare gli studenti in un percorso che contribuisse ad accrescere le loro conoscenze sulla cultura armena mettendoli allo stesso tempo in grado di diventare essi stessi divulgatori di quanto andavano apprendendo.

genocidio armeno

Maggio 2016. Lesa sala consiliare. Al tavolo Stefano Gubian e i ragazzi partecipanti al progetto per la presentazione pubblica

All’inizio dell’anno scolastico 2015/16 la lezione introduttiva, così come era già stata proposta in passato, ha avuto luogo per tutti gli studenti dell’ultimo anno delle due sezioni della secondaria di primo grado di Lesa e dopo questa è stata fatta agli studenti la proposta di continuare a lavorare sul tema. Hanno spontaneamente aderito all’invito ragazzi e ragazze di entrambe le sezioni. Sono stati inizialmente messi a disposizione dei ragazzi materiali di facile reperibilità in rete appositamente selezionati[3], per poi passare ai libri. Si è pensato, prima di presentare testi, che la visione di materiale in rete fosse più utile a suscitare curiosità. Ogni ragazzo ha approfondito un aspetto particolare della cultura armena, tenendo costantemente informati i compagni sui suoi progressi, in modo che il lavoro finale risultasse completo ed equilibrato e si è anche iniziato ad immaginare quale potesse essere la modalità di condivisione di quanto appreso in termini di conoscenze e competenze ai compagni che non avevano aderito alla proposta, ma anche alla comunità. Il costante aggiornamento tra i ragazzi è stato fondamentale, anche perché appartenendo a due diverse sezioni non sempre hanno potuto lavorare insieme. Rispettando l’idea iniziale di arrivare a fornire una sorta di “quadro di civiltà”, si sono raccolte immagini, frasi, notizie e dati relativi ai differenti aspetti che si volevano conoscere e far conoscere dell’Armenia e della sua cultura: il paesaggio, la storia, la lingua, tra gli altri. La prima tappa di sistematizzazione delle ricerche è sfociata nella creazione di una serie di cartelloni che si è immaginato di esporre nel corso della festa di Istituto[4] , come poi è avvenuto, e in un secondo momento, quando si avevano più materiali a disposizione, si è costruito il momento di restituzione pubblica serale al quale tutti i ragazzi coinvolti hanno contribuito e partecipato. Il titolo del progetto racchiude il senso del percorso svolto e precisa anche le finalità della serata di restituzione pubblica, che era stata immaginata sin dall’inizio come uno dei momenti del lavoro: in circa un’ora, con il supporto di una presentazione Power Point, i ragazzi, alternandosi alla spiegazione, hanno illustrato ai presenti differenti aspetti della cultura armena che avevano approfondito nei mesi precedenti, ricomprendendo anche il genocidio, ma attribuendo ad esso uno spazio pari all’illustrazione delle fiabe, dell’arte, della cucina.

Grazie al supporto dell’amministrazione comunale di Lesa, che ha messo a disposizione la sala consiliare la serata di presentazione è diventata davvero un momento di confronto tra la scuola e la cittadinanza e si è così pensato anche di invitare il console Onorario di Armenia Pietro Kuciukian. I ragazzi che hanno seguito il progetto hanno potuto nell’occasione portare all’attenzione dei loro compagni e genitori, come di molti concittadini, la conoscenza del territorio armeno, le sue caratteristiche (e le sue bellezze paesaggistiche), la millenaria storia di questo popolo, la pagina buia che ai suoi danni si è consumata all’inizio del secolo scorso, ma anche la situazione attuale, i romanzi con i quali è possibile entrare in contatto con questa cultura affascinante. In questo modo, il genocidio armeno è stato inserito in una cornice che ha permesso di comprenderne con più consapevolezza la portata. Durante l’esposizione sono state mostrate dai ragazzi anche alcune delle immagini che è possibile reperire in rete con la ricerca “genocidio armeno”, immagini terribili, ma che finiscono per confondersi con altre rappresentazioni iconiche di una violenza senza ragione e che non riescono a scatenare, oltre l’inevitabile impatto emotivo, un vero percorso di consapevole conoscenza storica. Il merito del percorso, che è anche stato un eccellente banco di prova per abilità di tipo organizzativo e di didattica informale, è stato quello di far comprendere ai partecipanti che l’annientamento di un popolo va molto al di là della distruzione fisica dei singoli: implica la perdita della cultura nel suo complesso. Per questa ragione la serata di restituzione pubblica è stata condotta come un viaggio virtuale nello spazio e nel tempo alla riscoperta delle radici come del presente, a partire dall’incipit delle fiabe armene: “c’era e non c’era una volta”.


Note:

[1] Era nelle intenzioni di chi scrive documentare in modo approfondito questo scambio intergenerazionale, ma l’improvvisa scomparsa di Monoukian all’inizio di maggio del 2016 ha impedito di continuare in questa direzione. Sono stati Stefano e Sevan Gubian a raccontare che nei mesi di svolgimento del progetto il nonno aveva parlato al nipote di episodi mai narrati in famiglia o in altre occasioni in precedenza.

[2] Haroutioun Manoukian, La lirica armena da Krijor Naregatsi a Yeghishe Clarents passando per Sayat-Nova, Gruppo Albatros Il Filo, 2015.

[3] Sitografia di lavoro:

  • Comunità Armena – http://www.comunitaarmena.it
  • Wikipedia – http://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio_armeno
  • Gariwo – www.gariwo.net
  • Armenian National Institute – www.armenian-genocide.org
  • Center for Holocaust & Genocide Studies – http://www.chgs.umn.edu/histories/armenian/
  • PeopleOfAr – http://www.peopleofar.com
  • Armenian Genocide Museum of America – http://www.armeniangenocidemuseum.org/#home
  • Armeniapedia – http://www.armeniapedia.org/wiki/Main_Page

Risorse video utilizzate ( tutte reperibili su yuotube):

  • I figli dell’Ararat, l’avamposto (documentario RAI 3)
  • Il genocidio armeno (History Channel)
  • Genocidio armeno: per la Turchia questione d’onore
  • Rai Storia – Il genocidio armeno (disponibile sul sito RAI)

Oltre al materiale sopra indicato, esistono risorse, sia video che bibliografiche, in lingua inglese. Chi fosse interessato, può trovarle su YouTube, digitando “armenian genocide” come parola chiave.

[4] Da quasi una decina d’anni l’anno scolastico si conclude per tutti i plessi facenti parte dell’Istituto Comprensivo del Vergante con una manifestazione cui partecipano alunni, genitori e insegnanti. La festa ha di anno in anno una sede diversa, considerata l’estensione territoriale del Comprensivo ed un tema intorno al quale si lavora in modo collegiale per la creazione di stand e attività che caratterizzano le diverse edizioni. Si tratta anche dell’occasione di socializzare i percorsi didattici più interessanti fatti dalle diverse classi nel corso dell’anno scolastico. Per l’a.s 2015/16 la giornata si è svolta a Colazza (NO) il 24 maggio 2016 e per tutta la durata della festa i cartelloni preparati dai ragazzi sono stati esposti in uno stand in cui era possibile anche chiedere e ricevere informazioni sul progetto.

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Dati articolo

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Titolo: Armenia: un viaggio nello spazio e nel tempo a 101 anni dal genocidio
DOI: 10.12977/nov241
Parole chiave: ,
Numero della rivista: n.9, febbraio 2018
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
, Armenia: un viaggio nello spazio e nel tempo a 101 anni dal genocidio, Novecento.org, n. 9, febbraio 2018. DOI: 10.12977/nov241

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