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Un’interminabile distanza. Un corso online sull’insegnamento on line

Un’interminabile distanza. Un corso online sull’insegnamento on line
Abstract

Come si lavora a scuola mentre ci passa sulla testa il più grande esperimento educativo sociale involontario mai avvenuto? Come si fanno i conti con una realtà che eravamo pronti a derubricare in fretta e che invece continua a contraddistinguere la quotidianità degli studenti più grandi e dei loro professori? È passato quasi un anno da quando le scuole italiane sono state chiuse per il primo lockdown. Dopo le vacanze di Natale si sperava che le scuole secondarie di secondo grado avrebbero potuto tornare, almeno parzialmente, a lavorare in presenza; ma le notizie sulla viralità restano preoccupanti e molti studenti restano a casa, giornalmente impegnati in lezioni a distanza. In questa situazione è ormai difficile parlare semplicemente di emergenza: la scuola – non solo quella italiana – è impegnata in un lavoro di traduzione (dalla presenza alla distanza) che merita di essere messa al centro di una riflessione. Il corso online organizzato da Euroclio si può definire in instant-course: realizzato nella primavera scorsa nella prima fase della pandemia costituisce un riferimento di interesse che possiamo definire già storicizzabile. Documento con il quale fare i conti in una nuova fase pandemica, per capire cosa fare, ma anche cosa già è stato fatto e come può essere migliorato. Ora.

L’insegnamento a distanza non è una novità di quest’anno, anche prima dell’introduzione delle nuove tecnologie era praticato attraverso lo studio per corrispondenza. In molti paesi è, soprattutto a livello universitario (ma non solo), una metodologia adatta a fornire istruzione e educazione di qualità in contesti disagiati, in luoghi lontani da ogni possibile accesso all’istruzione o ridurre i costi.

La pandemia di SARS-CoV-2 ha cambiato tutto. Quello che prima era un fenomeno elettivo è diventato improvvisamente universale; tutte le scuole sono state chiuse e in tutti i paesi studenti e insegnanti hanno dovuto completare l’anno scolastico 19/20 con la didattica a distanza, supportata oggi dalle TIC (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione). Come insegnanti di storia dobbiamo evidenziare che una chiusura delle scuole di questa portata non era mai avvenuta e che si tratta di un evento che risulterà periodizzante nella storia dell’educazione formale. Alcuni ricercatori, non molti a dire il vero, stanno iniziando a raccogliere dati allo scopo di comprendere come si sia sviluppato il più grande esperimento educativo sociale involontario mai avvenuto. In attesa di conoscerne i risultati, Euroclio, come hanno fatto anche altri enti di formazione1, ha attivato un corso online costituito da una collana di sei video della durata dai 30 ai 47 minuti ciascuno e disponibili, con sottotitoli, sul Canale YouTube dell’associazione. Micro-lezioni che intendono fare il punto su finalità, metodi e contenuti dell’insegnamento a distanza della storia2.

Cosa dunque significa insegnare storia a distanza con le nuove tecnologie? Qui di seguito riassumiamo i contenuti delle video-lezioni (in inglese con i sottotitoli) disponibili sul canale Youtube di Euroclio.

  1. Nella prima lezione dal titolo Online Teaching, the Basics, si parte dal presupposto che le azioni didattiche realizzabili in presenza siano differenti da quelle che si possono fare a distanza. I motivi sono in parte evidenti: tempi contingentati e ridotti, difficoltà tecniche di connessione e studenti di cui è più difficile apprezzare le reazioni durante il lavoro. Tutte ragioni che spingono a organizzare meglio le lezioni, a precisare l’essenziale dei contesti, a scegliere i contenuti storici più adatti a garantire la realizzazione degli obiettivi che ci eravamo prefissati, a lavorare più sull’utilizzo delle competenze e del pensiero critico che sulla trasmissione di informazioni, tutte peraltro ormai disponibili online, almeno se si sanno cercare correttamente https://youtu.be/GD0-cuat0ds.
  2. Per questi e altri motivi la seconda lezione – Creating Coherence, Not Chaos – sostiene che nella didattica a distanza bisogna fare particolare attenzione alla coerenza delle attività, progettarle esplicitamente, con un lavoro preliminare, attraverso ciò che in inglese viene chiamato il backward design o programmazione rovesciata. Cosa vogliamo che sappiano fare e quali informazioni vogliamo che gli studenti sappiano manipolare? Una volta stabiliti con chiarezza gli obiettivi, progettiamo le attività di verifica necessarie a realizzare gli obiettivi e ne comunichiamo la struttura agli studenti, solo alla fine stabiliremo contenuti e metodi della lezione https://www.youtube.com/watch?v=ghyTOscIoVU&feature=youtu.be.
  3. Realizzare un programma di lezioni a distanza con la programmazione rovesciata significa avere meno controllo sulla quantità e qualità dell’informazione necessaria a svolgere il compito. Gli studenti hanno a disposizione la rete come enciclopedia universale, non tanto del sapere quanto dell’infinita informazione disponibile. Il terzo incontro, dal titolo Sifting the Fabulous from the Fake, sottolinea come sia necessario che sappiano perciò distinguere il vero dal falso, o meglio, che sappiano setacciare, per così dire, online il vero dal falso Il modello di lavoro proposto dal gruppo di Wineburg a Stanford, cui rimandiamo per i dettagli, sembra pienamente adeguato allo scopo3 https://youtu.be/ZhUoTJVd6pc.
  4. Un altro dei problemi della didattica online è la motivazione, di cui si tratta in Energy and Engagement, la quarta conversazione. L’assenza di una relazione fisica, del contatto emotivo, dello stimolo e della sfida reciproca che accompagna ogni lezione in presenza, rende particolarmente delicato conservare energia e impegno in una materia come la storia, spesso vista come una semplice memorizzazione di dati. Si possono, a questo proposito, utilizzare anche online diverse tecniche che, nate in presenza, possono funzionare anche a distanza, come il debate e l’analisi critica delle immagini reperibili sul web o vari tipi di giochi di ruolo4 https://youtu.be/kfpL9_QpZXA.
  5. Per lavorare a distanza è necessario anche conoscere il maggior numero possibile di applicativi didattici. Nella quinta lezione (divisa in due parti, dedicate a differenti app) le colleghe ne mostrano alcuni: da siti come Canva5, che permette di fare presentazioni e lavori d’impaginazione creativi ed efficaci, ai molti programmi per la creazione di mappe mentali o concettuali https://youtu.be/V7BscNyj7pY https://youtu.be/kj1rkSoMuu8.
  6. Infine come valutare gli apprendimenti impartiti a distanza? La prima risposta del sesto incontro, dal titolo Assessment in online teaching, è che non si possono utilizzare le stesse forme di valutazione in presenza. Occorre enfatizzare le proposte di attività che valutino cosa gli studenti sanno fare effettivamente, dalla redazione di saggi (anche guidata), alle ricerche, ai video e a tutte le altre forme di rielaborazione: ma soprattutto bisogna essere flessibili nella valutazione, negoziare, ad esempio con gli studenti che hanno o possono avere un cattivo accesso alla rete, eventuali forme sostitutive di verifica, applicare approcci multipli, ovviamente più focalizzati su competenze e abilità, anche cooperative, che sulle conoscenze pure e semplici, superando almeno in parte la distinzione fra verifica formativa e somatica https://youtu.be/P-JRUuSKEeI.

Per concludere: la didattica a distanza non può sostituire la scuola in presenza ed è senz’altro una sfida, ma si può provare a farla bene. Il corso di Euroclio va incontro all’esigenza di motivare i docenti verso questa direzione, ma è anche un documento che permette di comprendere com’è cambiata la didattica a distanza dalla prima alla seconda fase della pandemia. Mentre ci avviamo alla terza.

 

Dati articolo

Autore:
Titolo: Un’interminabile distanza. Un corso online sull’insegnamento on line
DOI: 10.12977/nov395
Parole chiave: ,
Numero della rivista: n.15, febbraio 2021
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
, Un’interminabile distanza. Un corso online sull’insegnamento on line, Novecento.org, n. 15, febbraio 2021. DOI: 10.12977/nov395

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