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Le estensioni on-line dei manuali italiani di storia contemporanea: elementi per un’analisi didattica

Un’analisi dell’offerta digitale dell’editoria scolastica – PARTE 2

Sintesi di Flavio Febbraro, rivista dall’autore

Abstract

Nell’intervento si analizzano le estensioni on-line dei manuali scolastici di storia cercando di individuarne le modalità di costruzione e se possano stimolare una nuova forma di insegnamento. Il relatore Luigi Cajani passa in rassegna alcuni prodotti on-line della manualistica di storia mettendo in luce gli eventuali elementi di novità e il legame sempre presente con l’edizione cartacea. Infine sono presentati due esempi di altri paesi stranieri che propongono approcci totalmente diversi. L’intervento si conclude con il richiamo alla necessità di verificare, al di là delle strategie adottate, i costi e i benefici dell’utilizzo didattico degli strumenti e dei materiali digitali.

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Premessa

La legge oggi impone che ci sia un’estensione on line dei manuali scolastici, con due obiettivi fondamentali. Il primo è la riduzione del costo dei sussidi didattici, e il secondo è l’adeguamento alle nuove forme di comunicazione e quindi, secondo alcuni, di apprendimento.

Entrambe queste motivazioni hanno una parte di validità, ma ciò che è importante è vedere a che cosa effettivamente servono questi prodotti, cioè se migliorano oppure no oppure se addirittura peggiorano l’apprendimento degli studenti. Osservando non soltanto i prodotti italiani ma anche quelli di altri Stati, ad esempio la Spagna, mi sembra che a una spinta politica in cui prevale l’elemento populista del diminuire i costi per le famiglie non abbia corrisposto, fino ad adesso, una sistematica ricerca didattica sull’uso che si fa effettivamente di questi strumenti e soprattutto su se e come questi strumenti possono stimolare una nuova forma di insegnamento.

Il manuale in PDF

Vediamo le varie tipologie di estensioni on line dei manuali di storia, con particolare attenzione alla storia contemporanea. Il primo modello sono quei prodotti che non sono altro che la versione PDF del manuale cartaceo. Nel primo caso che qui presento, Centri e periferie della Zanichelli, ai due lati della schermata ci sono dei pulsanti per la navigazione e per fare delle operazioni tutto sommato piuttosto banali di ricerca, di sottolineatura, di commento e così via. Ora, nella mia esperienza è di gran lunga più facile sfogliare un libro cartaceo piuttosto che “navigare” attraverso un libro PDF sullo schermo, che si presenta come una specie di modulo continuo, un “rotolo di papiro”, molto faticoso da gestire; e anche tutte le funzioni di sottolineatura e i commento a mio avviso non danno nulla di più al lettore rispetto al libro cartaceo, anzi rendono tutto molto più macchinoso. L’unica funzione veramente utile è quella di ricerca all’interno del testo, ormai consueta: ma non è detto che sia fondamentale per studiare un manuale.

Anche nel caso della De Agostini abbiamo un manuale esclusivamente in PDF. Insomma questi editori in pratica cos’hanno fatto? Dovendo obbedire alla legge, hanno preso semplicemente un manuale pronto per la stampa, l’hanno messo in PDF su una piattaforma di navigazione e poi in rete. Quindi la pagina sullo schermo si presenta esattamente come la pagina del manuale. Oltre tutto con tutti i problemi di una lettura a schermo per cui, essendo i caratteri piccoli, per leggere bisogna zoomare, ma in certi casi si può zoomare soltanto una parte della pagina, il che rende la lettura molto difficile e in definitiva fastidiosa. Spesso queste piattaforme, indipendentemente dai loro contenuti, sono tutt’altro che user friendly e se dopo qualche minuto ci si rende conto che non si riesce a navigare con la stessa facilità con cui si sfoglia un libro, ci si stufa e si butta via tutto.

Vi è poi il modello dei materiali on line autonomi rispetto ai manuali. La De Agostini ad esempio accanto a questi PDF ha creato un sito che è indipendente dai vari manuali e nel quale si trovano tutta una serie di materiali che possono essere presi dall’insegnante e utilizzati come vuole, in maniera episodica oppure inseriti in un modulo didattico. Abbiamo quindi degli esercizi, dei video, delle mappe e dei collegamenti web piuttosto banali. Un approccio simile è quello della casa editrice Pearson, che ha realizzato un prodotto doppio, ovvero delle immagini commentate con un testo scritto che viene anche letto ad alta voce. Come qui si vede, ad esempio, ci sono le cause della Prima guerra mondiale presentate sotto forma di mappa concettuale, poi sulla destra c’è un testo esplicativo e questo stesso testo viene letto ad alta voce. E’ insomma un box di qualunque manuale che è stato semplicemente spostato on line, con l’aggiunta, in questo caso, del parlato. Nel sito della Pearson c’è anche qualche video: il problema qui è di carattere storiografico, perché, come nel caso di questo video di una battaglia, non si capisce se si tratta di una ricostruzione o di una ripresa originale. Il fatto è che la maggior parte dei video e delle immagini che vengono inseriti in questi siti non sono presentati come è corretto fare con qualunque fonte storica, cioè spiegando le circostanze della loro realizzazione.

Integrazione tra manuale ed estensione on line

Un terzo modello prevede una più o meno grande integrazione tra manuale cartaceo ed estensione on line. In questo caso si è fatto un passo in avanti, passando dai prodotti più semplici a quelli più complessi, perché i riferimenti alle estensioni on line sono inseriti nel manuale cartaceo. C’è quindi una specie di dialogo potenziale, non necessariamente strutturato, tra il manuale cartaceo e l’estensione on line. Un esempio è il manuale Comprendere la storia, dell’editore D’Anna. I materiali on line sono tutti in PDF: in primis c’è un manuale in inglese di 250 pagine, che non è la traduzione in inglese del testo italiano ma un testo è abbastanza diverso, evidentemente destinato alla didattica CLIL. Tra l’altro c’è un box sul preteso mito delle cause della Prima guerra mondiale, un tema oggi molto dibattuto dagli storici. I materiali on line relativi al manuale cartaceo italiano sono organizzati, secondo il menù a destra della videata, in “Approfondimenti”, “Fonti della storia”, “Storiografia” e “Cittadinanza e costituzione”. L’offerta è davvero ampia, e si aggiunge a quella di una manuale cartaceo già molto consistente. La qualità di queste schede è molto varia. Interessante e abbastanza inconsueta è la scheda sulle violenze italiane nei Balcani durante la Seconda guerra mondiale; assai deludente invece è l’estratto di un articolo, invece interessantissimo nel suo insieme, di Ruben Schneider sui manuali di storia del nazismo. Non c’è nessun suggerimento di strutturazione di queste schede in un modulo didattico, e non sembra dunque esserci stata una adeguata riflessione storiografica e didattica dietro la selezione di questi materiali.

C’è poi un tutor, “Cristoforo”, che non è attivo ma che– mi è stato detto dalla casa editrice – lo sarà presto. Allo stato attuale si capisce che questo tutor è semplicemente un elenco di banalissimi esercizi che si trovano tali e quali nel manuale cartaceo, come quelli di completamento o quelli “vero o falso”: in pratica ciò che si farebbe su carta scrivendo con la penna mentre viene fatto on line col mouse (drag and drop). Non si tratta quindi di una grande novità.

Più complesso è il prodotto offerto dalla Loescher nel manuale Il Tempo e il racconto, perché vi è inserito a parte un atlante storico che è composto di varie parti. Fra l’altro, di tanto in tanto, appare una persona, forse l’autore, che fa una specie di piccola lezione orale, sul modello delle università telematiche. A parte questo ci sono materiali che potrebbero essere altrettanto efficacemente essere presentati su carta, come un testo di Erich Maria Remarque, la lettera di un partigiano, o l’indicazione del link al Museo Storico della Guerra di Rovereto. L’aspetto particolare del libro della Loescher è che è trasformato tutto in audiolibro. Si tratta indubbiamente di una novità, ma non è detto che serva sul piano didattico: su questo scopo serve una ricerca didattica. Può darsi che questa scelta sia stata pensata in funzione dei BES o dei DSA, ma a riguardo l’editore non dà indicazioni. Per un altro manuale l’editore aggiunge un insieme fatto di “Schede per il ripasso”, di “Interrogare il passato” e di “link”. Le “Schede” sono assolutamente banali, e anche “Interrogare il passato” sono semplicemente schede storiografiche. Quelli invece che sono ben fatti sono alcuni video, per esempio il video sulla Risiera di San Sabba; il migliore che conosco in proposito: mi pare di capire che un’équipe legata alla casa editrice è andata a fare questo video proprio con l’idea di fare immergere chi lo osserva nell’ambiente.

La SEI è probabilmente l’editore che offre la maggiore varietà di prodotti, in particolare con quello che è uno dei suoi ultimi manuali, Chiaroscuro. Anche qui vi sono naturalmente tutta una serie di elementi molto tradizionali quindi, per quanto riguarda la Prima guerra mondiale, cartine e schede in PDF, che non sono particolarmente innovative, nonché le solite schede per stimolare lo studente, del tipo: “Che cose si vede in quest’immagine?” e così via. Il manuale Chiaroscuro viene fornito in due versioni, una cartacea, e l’altra che è sì un PDF, ma un PDF attivo. I bottoni sotto l’immagine diventano attivi e quindi consentono, per esempio là dove si parla della battaglia di Verdun, di aprire un video che la riguarda: anche qui peraltro non si spiega quando è stato ripreso il video, se si tratta di un filmato dell’epoca o di una ricostruzione.

C’è poi un prodotto che è indipendente dai manuali, l’Atlante storico multimediale in cui le cartine son attive e , quindi, è possibile selezionare diverse serie di informazioni. Inoltre ciascuna delle piccole foto è un punto attivo che può essere cliccato e apre una finestra in cui si trova la foto ingrandita con un breve testo.

Anche la SEI ha messo on line un manuale CLIL in inglese, sotto forma di testo continuo in PDF. Ci sono poi dei Quaderni per lo studente, anch’essi semplicemente in PDF; infine c’è un insieme di schede, che sono già quasi 1500 – al momento poche per la storia contemporanea – che appaiono molto ricche e da cui un insegnante può attingere come se si trattasse di un’enciclopedia on-line. Vi sono inoltre esercizi interattivi, anche lì nulla di particolarmente nuovo.

La SEI e la Palumbo hanno realizzato insieme il grande atlante storico Storica con una linea del tempo che ha tutti i difetti che prima segnalava Flores. Per dare un’idea mostro una rapidissima carrellata sulla Prima guerra mondiale: ci sono un paio di carte interattive, anche lì piuttosto semplici: cliccando si possono selezionare gli Imperi Centrali, il loro avversari, ecc. Poi ci sono le schede, anche qui sia scritte che parlate. Poi il link al film Uomini contro con la scena drammatica della fucilazione, certo una delle ricostruzioni cinematografiche più significative per fare comprendere agli studenti quegli episodi. Per inciso, si possono citare molti altri casi in cui delle ricostruzioni cinematografiche sono didatticamente molto efficaci come, per quanto riguarda la Prima guerra mondiale, la scena dell’attacco a una trincea in Niente di nuovo sul fronte occidentale, e per, la Seconda guerra mondiale, la scena iniziale dello sbarco in Normandia, in Salvate il soldato Ryan, oppure certe scene da Lettere da Iwo Jima. Infine in questo atlante multimediale ci sono percorsi iconografici che abbiamo già visto in tanti casi, con varie immagini sulla vita della trincea, sulla propaganda; sul genocidio degli Armeni… materiali interessanti, ma niente di più di quello che può essere una scheda su un manuale cartaceo. Ancora troviamo, legati a questi percorsi iconografici, tantissimi di esercizi molto semplici, nonché l’immancabile mappa concettuale.

Due esempi fuori d’Italia

Per concludere vorrei presentare due progetti diversi che possono suggerire in che modo si potrebbe andare avanti. Il primo è il progetto Eurodelphes, che fu finanziato una ventina di anni fa dalla Commissione Europea, e che consisteva nella realizzazione di un manuale di storia del Novecento basato sulle fonti audiovisive di tre grandi televisioni, quelle dell’INA francese, quelle del Sudwestfunk tedesco e quelle della RAI. In questo progetto la fonte audiovisiva televisiva, questa particolare fonte documentaria della storia del Novecento, era l’asse portante del manuale, e non un elemento aggiuntivo rispetto al discorso didattico e storiografico; ciò consentiva di realizzare un tipo di manuale veramente interattivo, in cui tutti gli esercizi erano legati ai documentari che venivano presentati e commentati. I documentari televisivi erano stati tutti indicizzati, tradotti e trascritti nelle tre lingue e accompagnati da testi storiografici. Soprattutto l’indicizzazione delle sezioni video permetteva di lavorarci, fino a creare il proprio piccolo archivio selezionando i vari pezzi e di mettere in relazione tutti quanti gli esercizi. Si trattò di un prodotto tecnologicamente sofisticato e didatticamente innovativo, che purtroppo, una volta realizzato, non ha avuto sbocchi per problemi di diritti legati all’uso dei materiali. Si è così persa una grande occasione

Un’altra possibilità è illustrata da un progetto statunitense. Come si è visto finora tutti i progetti realizzati in Italia hanno come riferimento un manuale, in vario modo. Negli Stati Uniti invece abbiamo on line prodotti specifici, realizzati spesso non tanto dalle case editrici quanto da associazioni accademiche di insegnanti e di docenti universitari: il World History Matters è uno di questi. Qui sono presentati non soltanto dei materiali più o meno slegati, ma già tutto quanto il setting didattico nel quale inserirli: per esempio, per quanto riguarda la sezione “Making History 1989”, abbiamo un saggio introduttivo, fonti primarie, interviste con gli storici, moduli didattici e studi di caso, nonché, sul piano didattico, la pianificazione della lezione, lesson plan, con gli obiettivi e le varie strategie didattiche. È quindi una proposta a sé stante che viene presentata già strutturata all’insegnante e che viene utilizzata interamente on line.

Quale delle due strategie è quella che è la più utile sul momento, e che può essere più produttiva per il futuro? La strategia conservatrice, diciamo anche riduttiva, italiana, che certamente non ha dietro un seria riflessione didattica, ma che comunque mantiene come punto di riferimento uno strumento che ha dato i suoi frutti, e credo continui a darli, cioè il manuale, oppure una strategia che è fortemente innovativa, ma che sotto certi punti di vista potrebbe o essere troppo in anticipo sui tempi e quindi non essere immediatamente accettata? Comunque, ciò che è indispensabile è una sistematica ricerca didattica luogo su come tutti questi prodotti on line vengono effettivamente utilizzati, su quali ne sono i costi e i benefici o i problemi che creano, nonché un confronto con esperienze in corso in altri Stati. Senza di questo si va avanti confusamente, sotto l’obbligo delle disposizioni indicazioni ministeriali che parlano soprattutto di ridurre i costi e di innovare senza però stimolare, sviluppare e finanziare una seria ricerca didattica.

 

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Dati articolo

Autore:
Titolo: Le estensioni on-line dei manuali italiani di storia contemporanea: elementi per un’analisi didattica
DOI: 10.12977/nov87
Parole chiave: , ,
Numero della rivista: n. 5, dicembre 2015
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
, Le estensioni on-line dei manuali italiani di storia contemporanea: elementi per un’analisi didattica, Novecento.org, n. 5, dicembre 2015. DOI: 10.12977/nov87

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